Oggi è la giornata internazionale dei disabili: come è cambiata la loro vita durante il coronavirus
Dic 03, 2020 - Andrea Favicchio
Coronavirus – la vita dei disabili ancora più stravolta. Da circa un anno a questa parte la pandemia di coronavirus che ha colpito il Mondo intero ha messo in ginocchio la vita di molte persone. Sono tante le restrizioni con le quali abbiamo dovuto imparare a convivere in questi mesi, e tanti i sacrifici che abbiamo dovuto compiere per la salute pubblica.
Limitazioni fisiche che ci hanno costretti a fare i conti con un qualcosa con cui la maggior parte di noi non aveva avuto a che fare, le limitazioni sociali. C’è però una minoranza della popolazione che con le limitazioni sociali ci ha a che fare dalla nascita: sono i disabili e oggi è la giornata dedicata a loro.
Oggi è la giornata internazionale delle persone disabili e tanti sono i problemi che queste persone devono affrontare ogni ora, ogni giorno della propria vita. Le città purtroppo non sono fatte a norma di disabile, sono ancora troppi gli ostacoli e le barriere architettoniche che li dividono da una vita semplificata.
Oggi è un giorno speciale che ci aiuta a riflettere sulle diversità. Perché non sono proprio le differenze, le sfaccettature di ognuno di noi, abile o disabile che sia, che creano la bellezza del mondo?
Come è cambiata la vita dei disabili durante il Coronavirus
I disabili hanno da sempre dovuto affrontare le limitazioni che la società gli impone, discriminati e dimenticati, esclusi dai diritti più umani. In questa pandemia anche loro hanno sofferto molto, forse più di tutti gli altri, perché con le limitazioni ancora in atto la loro vita è stata stravolta ancora di più.
Difficoltà nell’uscire di casa perché il rischio covid per loro è elevato, chiusura di centri e strutture apposite per loro, allontanamento da una vita sociali che gli permetteva di entrare in contatto con la realtà, sono solo alcune delle difficoltà che i disabili e le loro famiglie hanno dovuto affrontare.
Per non parlare dei ragazzi disabili che vanno ancora a scuola e che sono esclusi dalla socialità e dalle attività scolastiche ora stravolte a causa della didattica a distanza.
Alcuni gesti, che per noi possono sembrare scontati, per molte persone non lo sono. Per una persona normodotata l’uso di una mascherina – seppur fastidioso – è una cosa semplice, per una persona sorda la mascherina è la limitazione più grande poiché viene privata dell’unico strumento per poter comprendere, la lettura delle labbra.
Una persona cieca che deve utilizzare i guanti per andare in giro è limitata maggiormente perché il tatto è l’unico strumento che ha per orientarsi e quindi si sentirà ancora più sola in un mondo che già in precedenza non la metteva in primo piano.
E proprio una cantante napoletana, Angelica Borrelli, un mese fa fece presente a tutti come la sua vita da non vedente fosse ancora più complicata in questo periodo: “Il covid mi ha portato via ciò che di più bello esiste per me: la connessione con il mondo“.