Molti di essi sono si vaccinati liberamente e con convinzione, tuttavia rimproverano al Governo di non essersi assunta la responsabilità di imporre l’obbligo vaccinale. Secondo costoro il Green Pass “estende, di fatto, l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico”.
“Molti tra noi – continuano – hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid-19, convinti della sua sicurezza ed efficacia. Tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione (art. 32: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”) e con quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, che chiarisce che “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate” per diversi motivi o “che hanno scelto di non essere vaccinate””.
Secondo i docenti il Green Pass comporta degli oneri aggiuntivi a servizi universitari, che sarebbero di fatto discriminatori. Esso richiamerebbe addirittura alla mente “altri precedenti storici che mai avremmo voluto ripercorrere”, un riferimento chiaro ai provvedimenti di legge emanati in epoca fascista.
Un appello che giunge proprio nelle stesse ore in cui si comincia a parlare sempre più di estensione dell’obbligo vaccinale a diverse categorie di persone, tra cui le forze dell’ordine ed i lavoratori sia statali che privati, qualora lavorino al chiuso.