Il fenomeno TikTok è ormai andato oltre il social, avendo i propri effetti nella realtà concreta. Oltre agli episodi di emulazione delle azioni di “influencer” discutibili, proprio questi ultimi a volte sono protagonisti di comportamenti contrari alle regole civili, come quando una nota tiktoker ha bloccato la Riviera di Chiaia per girare un video. Una zona della città fu utilizzata come se fosse stata di sua proprietà.
Questa tipologia di tiktoker, spesso definiti trash, da qualche tempo viene ospitata anche su alcune televisioni campane dove vanno in scena spettacoli tutt’altro che edificanti. Parolacce, violenza verbale, risse sfiorate, minacce in stile gomorriano sono gli ingredienti probabilmente miscelati appositamente per fare aumentare l’audience e dunque guadagnare una fetta più importante di ricavi pubblicitari. Non pensiamo infatti, o almeno vogliamo rifiutare di pensare, che gli autori di queste trasmissioni credano di offrire un servizio di intrattenimento degno di essere mandato in onda per meriti slegati da quelli economici.
Il risultato è che una maniera di comportarsi, di agire, pensare arriva a più persone, compresi bambini e giovani che assistono ad esempi non buoni. Sia chiaro che in questi casi la responsabilità sono anche genitoriali, quanto meno per il dovere di controllo che i genitori hanno sui figli.
Due giorni fa l’Agcom ha inflitto una maxi multa a Lo Zoo di 105, trasmissione radiofonica in cui molte volte i toni non sono quelli del politically correct. Per l’uso di parolacce è stata punita con la sanzione pecuniaria di 125mila euro per la violazione dell’articolo 34, comma 2, del Tusmar (Testo unico della radiotelevisione) che vieta di trasmettere “programmi che possono nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori e film vietati ai minori di anni 14”. Ci chiediamo se questo non sia il caso proprio delle trasmissioni che ospitano tiktoker: probabilmente punirle economicamente potrebbe essere un modo per arginare la deriva che stanno prendendo alcune trasmissioni.
Di seguito uno dei filmati pubblicati dal consigliere regionale Borrelli: