“Noi siamo napoletani… ma non italiani”. Così recita uno striscione esposto a Napoli, tra i tanti apparsi in queste settimane per il forte anticipo sui festeggiamenti per il terzo scudetto così vicino per il Napoli Calcio, ma non ancora raggiunto. Lo scatto è stato pubblicato dalla pagina Facebook di ispirazione meridionalista dal nome Stato Magna Grecia – Due Sicilie.
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Uno striscione che ha bisogno di essere interpretato andando oltre il significato letterale, per non rischiare di ritenere che si tratti di una sorta di manifestazione di repulsione verso la nazione Italia. La questione dell’identità napoletana ed in generale meridionale costituisce ormai un dibattito aperto in larghe fasce della popolazione del Sud. Da anni ormai sono note quelle tesi “revisioniste” del Risorgimento le quali, generalmente fondate su studi e dati precisi ritrovati grazie ad un grande lavoro presso gli archivi, mettono in discussione il racconto di una Unità d’Italia compita esclusivamente per il raggiungimento di un ideale patriottico, mentre dietro invece vi erano interessi economici e geopolitici soprattutto di potenze straniere (Inghilterra e Francia in primis) che aspiravano ad avere un controllo forte sulla penisola ed il Mediterraneo.
Lo stesso sentimento italiano da parte dei sovrani sabaudi è messo in discussione: non a caso il primo re d’Italia conservò il nome piemontese, ossia Vittorio Emanuele II. L’Italia non era vista come uno stato nuovo ed unito nelle sue genti, ma come un territorio unificato sotto il dominio di una sola corona che aveva conquistato tutti gli altri stati preunitari.
Le rivendicazioni non si fermano ai fatti storici di un secolo e mezzo fa, tra i quali vanno compresi anche gli stermini ai danni della popolazione civile meridionale. Eccidi che oggi sarebbero considerati crimini di guerra. Il sentimento anti italiano monta soprattutto alla luce delle questioni moderne che vedono una parte del Paese di gran lunga favorita rispetto a quella restante, sul piano di finanziamenti, investimenti, servizi, politiche sociali, sanità pubblica e quant’altro. L’Italia è spaccata di fatto in due, con i cittadini del Mezzogiorno che sono di fatto cittadini di Serie B, poiché non hanno le stesse opportunità dei connazionali nati e cresciuti nella parte giusta della nazione. A meno che non decidano di “emigrare” e condannare a morte il territorio di provenienza, visto che una terra vuota è una terra senza futuro.