Lo spalmavamo sulle fette biscottate o sul pane, lo spargevamo sui gustosissimi struffoli napoletani o sui biscotti da dare come merenda ai bambini; ebbene pare che da mesi ormai il Miele Ambrosoli non sia più un prodotto tanto sicuro.
A diffondere l’allarmante notizia è stata la ASL della Regione Veneto che ha fatto presente il problema anche alla Regione Campania, e in particolare nei grandi e piccoli supermercati di Napoli, dove ora compare affisso un avviso cartaceo che chiede, a caratteri cubitali, agli acquirenti del prodotto in questione di riportarlo al commerciante dove l’hanno comperato in origine. In realtà si tratta di una partita del famoso Miele Ambrosoli, che ha disposto il ritiro dal mercato in collaborazione con l’azienda produttrice e il Ministero della Salute; infatti pare che il lotto siglato con il numero identificativo M0509, un lotto di vasetti da 250 grammi venduto tra giugno e luglio 2014 con data di scadenza 5/2017, sia il prodotto incriminato. Quindi stando alle ricerche effettuate il Miele Ambrosoli “proibito” è commercializzabile da ben 6 mesi? Un po’ troppo lungo il periodo di codice rosso.
Difatti stando alle analisi di laboratorio pare che l’azienda produttrice di miele di api da allevamento e dolci caramelle, conterrebbe degli antibiotici, sostanze incompatibili con la commercializzazione e dannose per la salute se ingerite in grandi quantità. In verità il problema è stato già segnalato a suo tempo come hanno dichiarato Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli, circa un anno fa, ma pare che la giusta informazione non sia stata effettuata; la maggior parte dei clienti infatti continua ad acquistare il prodotto, magari del tutto inconsapevole del difetto di mercato. Può capitare che un’azienda commetta un errore circoscritto in un lotto “difettoso”, ma ciò che deve immediatamente succedere è la diffusione dell’informazione legata alla partita difettata per limitare e contenere gli eventuali danni a scapito del pubblico: anche Nestlè ebbe in passato problemi con il packaging che trasudava colla nel prodotto e risolse il problema, e Adidas ebbe problemi con una partita di scarpe fatta con materiali “inquinanti” per i bambini e corse ai ripari. Queste aziende oggi continuano a produrre e a vendere: ciò significa che hanno risolto i problemi in tempo.
I controlli e le procedure di sicurezza in realtà dovevano essere inasprite durante il mese di dicembre, di modo da risolvere sul nascere la questione, anche perché sicuramente il Miele Ambrosoli continuerà indisturbato a essere venduto, data la sua storia e data l’immagine di cui gode nella mente del cliente. L’unica pecca è che si è ancora in attesa dei risultati di laboratorio che dovrebbero negare o confermare la presenza di sostanze nocive per la salute di chi abbia in questi mesi, comperato e ingerito il “miele colpevole”. Resta soltanto l’annosa domanda: com’è possibile che il sistema sia così lento nell’intervenire e che ancora oggi a distanza di mesi, non si abbiano notizie chiare sull’argomento? E ancora: i clienti danneggiati verranno rimborsati?