Il giornale spagnolo Viajar, un periodico che funge da guida turistica alle città più belle e visitate del mondo, ha dedicato un lungo articolo a Napoli e alle sue meraviglie. Dal prezzo traspare tutto l’amore e l’incanto nei confronti di una città ritenuta unica al mondo per le sue sublimi contraddizioni.
Il primo consiglio è quello di raggiungere la città via mare, così come fece Ulisse e tutte le altre culture che vennero ad unirsi alla straordinaria popolazione partenopea. Solo così, secondo Viajar, si può ammirare Napoli nella sua interezza: dai medievali bastioni del Maschio Angioino e di Castel dell’Ovo al colle di San Martino, dalle luci di Posillipo agli elevati campanili del centro storico.
Una volta attraccati, poi, risalendo il molo fino al Palazzo Reale e al teatro San Carlo, si possono respirare i lasciti della magnificenza della vecchia capitale del Regno delle Due Sicilie, osservare l’opulenza della grande dinastia dei Borbone e lasciarsi trasportare nelle strade che, un tempo, erano percorse dalla nobiltà come via Chiaia e via Toledo. Gli stessi posti e gli stessi edifici che rapirono il cuore e la penna di autori come Oscar Wilde e Gabriele D’Annunzio.
E dopo questa ventata di ricchezza, Viajar consiglia di immergersi nella zona popolare dei Quartieri Spagnoli, fra gli odori e le scene di quello che fu il quartiere a luci rosse della città e che ispirarono Curzio Malaparte nello scrivere “La Pelle”. E subito dopo le contraddizioni del cuore storico della città, Spaccanapoli, dove si adorano in ugual misura Maradona e San Gennaro, dove le battute di Totò e di Eduardo, le risate degli scugnizzi e i balli di pulcinella si mescolano ai canti sacri del Monastero di Santa Chiara. San Gregorio Armeno sembra essere, per il giornale, il simbolo di Napoli proprio perchè in quei pastori del presepe e in quelle statue di personaggi reali si consuma un vero e proprio matrimonio fra sacro e profano, fra fede e dissacrazione, fra umorismo e dolore.
Come lasciarsi sfuggire un giro a Posillipo per poi perdersi una notte al Vomero, il quartiere più lussuoso e sede della movida giovanile? Oppure tuffarsi nel caos dei mercati che circondano Porta Nolana per provare odori e sapori di altri tempi.
Insomma Napoli, per i turisti spagnoli, è un caos di contraddizioni, una continua altalena fra miseria e nobiltà, un’anarchia perfetta e vivibile che non si può non amare. “Decadente ed affascinante Napoli, bombardata, ingovernabile, patria della Camorra, capace di far innamorare Cervantes, i Borboni e i carbonari. Resistente e arresa, pacifica e confusionale. Insorta e falsa. Immortale città di tutti i peccati”.