La Serie A si inchina a Giuntoli: ecco l’ennesimo riconoscimento per il ds azzurro
Gen 02, 2016 - Domenico Cicalese
Nel calcio i protagonisti principali sono i giocatori, gli uomini che in poco tempo diventano i beniamini dei tifosi se in campo fanno vedere il meglio del repertorio. E se invece non si dimostrano all’altezza, allora saranno bollati a vita come “bidoni”, da riportare alla memoria ogni qualvolta si avrà voglia di divertirsi parlando in totale relax delle goffe giocate di un giocatore arrivato con i migliori propositi e ricordato solo per i gol divorati e gli strafalcioni fantozziani.
Viceversa, chi invece sarà sempre menzionato con tanto di lacrimuccia al seguito è il campione, quello che trascina per mano la squadra dritta al conseguimento dell’obiettivo stagionale, che quasi sempre corrisponde ad una lucente coppa. Alla fine dell’annata sarà lui ad alzare il trofeo al cielo tra i caroselli dei tifosi in visibilio per le strade della città. Alla festa parteciperà anche l‘allenatore, magari in maniera passiva, in quanto il suo corpo sarà preso in ostaggio e fatto volare in cielo tra la paura di non ritrovare le braccia forti per l’atterraggio e la voglia di non porre la parole “fine” alla felicità delirante.
Trofei, premi personali, riconoscimenti dalla stampa, spot pubblicitari alla tv, onorificenze addirittura dai massimi vertici dello Stato in caso di imprese internazionali. Insomma, per calciatori e tecnici il favoloso mondo del pallone è l’occasione per far trionfare il proprio Ego sul mondo intero.
Ma nel calcio, si sa, le vittorie non si costruiscono solo con la perfetta alchimia tra chi in campo ci va e chi il campo lo vede dalla panchina. Messi da parte i presidenti, spesso a causa della poca conoscenza calcistica, il vero motore dei successi sta nella figura del direttore sportivo, colui che costruisce a tutti gli effetti la squadra destinata ad entrare nella storia, positiva o negativa lo deciderà il rettangolo verde.
E se il Napoli sta scrivendo pagine importanti di questo insolito campionato all’insegna dell’equilibrio, il merito è sopratutto di Cristiano Giuntoli, il dirigente accolto con un alone di scetticismo dovuto ad una reputazione ancora da fortificare al momento dell’approdo a Napoli. I meno esperti erano turbati dal suo curriculum vitae fatto di Carpi e poco più. I fini conoscitori del “dietro le quinte” del calcio italiano invece da subito hanno sposato la scelta di Aurelio De Laurentiis, abile a scovare in Giuntoli il profilo di un futuro campione delle trattative.
Secondo il noto giornalista Alfredo Pedullà, infatti, va al direttore sportivo azzurro il riconoscimento come uno dei migliori dirigenti del 2015, e a certificarlo sono i giudici più inflessibili e temuti, vale a dire “i risultati”. La prima parte dell’anno da poco concluso ha visto il d.s. portare il Carpi alla sua prima storica promozione nella massima categoria. Un’impresa meravigliosa, doppiata però dal cammino intrapreso nei sei mesi successivi a Napoli, con la squadra azzurra ritornata prepotentemente nei piani alti della classifica a giocarsi la parolina magica che al solo pensiero suscita nei tifosi napoletani indescrivibili emozioni.
Il lavoro svolto da Giuntoli alle pendici del Vesuvio è stato finora perfetto: in estate è arrivata la merce giusta che ha permesso al maestro Sarri di ridisegnare il Napoli dopo le ceneri della gestione Benitez. Allan e Hysaj si sono sposati alla perfezione con le dottrine tattiche del tecnico di Bagnoli, così come l’apporto salvifico fornito dall’innamorato pazzo Reina e l’opera di convincimento per i vari Higuain e Callejon, rappresentano ad oggi il fiore all’occhiello del “nuovo” Napoli. Se si considera poi l’acquisto del migliore centrocampista della scorsa stagione, Mirko Valdifiori, del capitano della nazionale rumena Vlad Chiriches, puntuale nel farsi trovare sempre presente, e il rientro in Campania dell’ottimo Omar El Kaddouri, il quadro delle virtù di Giuntoli è bello che completato.
Il 2015 è stato archiviato con i plausi dell’intero panorama calcistico italiano. Giuntoli è tra i miglior dirigenti, Sarri è il tecnico che più ha impressionato, Higuain poi è l’attaccante più spietato, nonché giocatore più decisivo della Serie A. Il Napoli esprime il calcio più bello da vedere e sa anche abbinare la sostanza alla tanta qualità. Ora non resta che dare continuità ad un progetto che sin dall’inizio ha promesso il meglio. E quando si ha la fortuna di lavorare con il massimo che il macrocosmo del calcio offre, anche lo scudetto diventa più di un sogno da tenere chiuso nel cassetto.