Cose di campo che lì devono restare, come detto dallo stesso Maurizio Sarri, o frasi vergognose che Roberto Mancini ha fatto bene a rendere pubbliche? E’ la domanda che dal post partita di Napoli – Inter di ieri sera sta interessando tutte le trasmissioni sportive, i gruppi Facebook e i più classici bar o ritrovi di tifosi e appassionati. Ognuno, ovviamente, ha una propria risposta, ma il mondo del calcio da questo punto di vista sembra essere quanto mai unito.
Al di là, infatti, delle dichiarazioni di circostanza – sempre molto diplomatiche e poco sincere – atte a stigmatizzare frasi oscene di ogni tipo, i precedenti parlano chiaro: dal capo (ormai ex) della FIFA Joseph Blatter fino all’allora allenatore dell’Arezzo Ezio Capuano in molti sono caduti nella “gaffe” dell’insulto razzista, sessista o omofobo. Nessuno, però, ne ha mai pagato le conseguenze.
In principio fu proprio lo svizzero Joseph Blatter, allora capo assoluto del principale organismo calcistico del mondo, ad inaugurare una serie di uscite poco felici che hanno fatto il giro del globo. Era, infatti, il dicembre del 2010 quando il presidente della federazione con sede a Ginevra a proposito dei Mondiali in Qatar programmati per il 2022 ed in riferimento al rispetto per i diritti degli omosessuali durante la stessa manifestazione dichiarò: “Sono sicuro che non ci saranno problemi per i tifosi gay. Dovrebbero, però, astenersi da qualunque attività sessuale“. (Dichiarazioni riportate da Sportmediaset)
Dal capo della Fifa a quello della Federcalcio Italiana il passo è breve, la lingua invece un po’ di meno. Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, di strafalcioni ne ha fatti addirittura quattro, uno contro gli omosessuali, uno contro gli ebrei un altro conto le persone di colore e ancora contro le donne, giusto per non dimenticare proprio nessuno. Il primo ed il secondo caso furono portati alla luce dal Corriere della Sera nel novembre scorso, quando – durante un colloquio registrato con un giornalista di Soccerlife – Tavecchio avrebbe tacciato di “ebreaccio” Tavicoli, accusato inoltre “di aver comprato la Lega Nazionale Dilettanti“. A tali frasi lo stesso avrebbe poi aggiunto: “Per carità non ho nulla contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada“. Suppergiù quanto detto, sempre nella stessa intercettazione, anche in riferimento ai gay: “E’ vero che è omosessuale (parlando di un dirigente federale)? Io non ho nulla contro, però teneteli lontano da me. Io sono normalissimo“. (Dichiarazioni riportate dal Corriere della Sera)
Già, perché è normalissimo che nel giorno della propria investitura ufficiale a capo della FIGC, il 26 luglio 2014, Tavecchio – per sostenere l’idea che troppi stranieri nel campionato di Serie A fossero una delle cause del flop delle squadre italiane in Europa e della Nazionale ai Mondiali brasiliani, faccia queste esternazioni: “Diciamo che Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio“. (Dichiarazioni riportate dal Corriere della Sera). Oppure che rivolga frasi contro le calciatrici, da vero e proprio misogino: “Pensavamo fossero handicappate“. (Dichiarazioni riportate dal Corriere della Sera)
Per uno come Felice Belolli queste ultime parole sono normalissime per davvero, tanto da averne condiviso in pieno il senso tramite ulteriori affermazioni di stampo egualmente sessista: “Basta, non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche“. (Dichiarazioni riportate da La Gazzetta dello Sport). Il riferimento del presidente della Lega Nazionale Dilettanti nel 2015 era relativo alle discussioni, in essere all’interno al consiglio federale, sui finanziamenti da attribuire al calcio femminile. Quella volta, però, incredibilmente il “galantuomo” le conseguenze le pagò, venendo censurato addirittura da Tavecchio stesso e ricevendo persino una squalifica, in seguito alla quale diede addirittura le proprie dimissioni.
Non ci pensò minimamente a darle, invece, Ezio Capuano, che dopo una sconfitta del suo Arezzo contro l’Alessandria diede anzi la colpa del tracollo ai suoi calciatori, accusandoli di aver avuto un atteggiamento poco virile in campo. La partita risale al novembre del 2014 ed era valevole per il campionato di Lega Pro. Il vulcanico allenatore dei toscani si presentò ai microfoni dei giornalisti furibondo, acclarando: “Se avessero perso in maniera diversa non avrei detto nulla, però in campo le checche non vanno bene. In campo devono andare gli uomini con le palle e non le checche“. (Dichiarazioni riportate dal Corriere Fiorentino)
Gli sarà venuto un colpo, allora, qualche anno prima, dopo aver scoperto – secondo una rivelazione di Cecchi Paone – che anche nel giro della stessa Nazionale italiana c’erano dei calciatori non etero. Il riferimento era alla squadra che stava per disputare gli Europei in Polonia e Ucraina del 2012. Tra i convocati dall’allora Ct Cesare Prandelli anche Antonio Cassano, uno senza peli sulla lingua, con scarsa padronanza della lingua italiana e che – per sua stessa ammissione – sarebbe andato a letto con circa 600-700 donne. Facile, dunque, per i giornalisti italiani stuzzicarlo sulla vicenda e di fatti il talento barese non si tirò indietro: “Se dico quello che penso succede un casino. Ci sono froci nello spogliatoio? Sono problemi loro e non mi riguarda“. Arrivò solo una multa da parte della Uefa. (Dichiarazioni riportate da Repubblica)
Proprio come nel caso del precedente oggi più interessante, ovvero quello di cui fu protagonista proprio lo stesso Maurizio Sarri nel 2014, quando allenava l’Empoli in Serie B. Cinquemila euro di multa e amici come prima, vuoi vedere che lo scandalo non sia proprio questo?