Parla l’ex, Lippi: “Il Napoli mi ricorda il Barça. Ma contro questa Juve dico che…”
Feb 11, 2016 - Michele Borriello
Marcello Lippi, ex allenatore del Calcio Napoli nel lontano 1993, ed ex allenatore della Juventus, dov’è stato una vera e propria bandiera portando numerosi trofei alla Torino sponda bianconera, ha rilasciato un’intervista a “Il Giornale”.
All’ex commissario tecnico della nazionale viene chiesto se questo è il Napoli più forte di sempre e qual è la cosa che l’ha colpito di più di questo Napoli: “Mi verrebbe da dire no, nel senso che quel Napoli, con Maradona, Giordano e Careca, è ancora il più forte di sempre. Ma per evitare scomodi paragoni azzardo la differenza dal mio punto di vista: quel Napoli dipendeva dall’estro dei suoi fuoriclasse, questo è capace di esaltare i suoi fuoriclasse“.
Il tecnico parla poi delle due città in cui ha vissuto e del diverso modo di giocare di Juve e Napoli: “A Torino c’è la cultura della vittoria unita al temperamento riservato del piemontese. A Napoli c’è il contagioso entusiasmo che scorre per le strade della città.[…] La Juve, è concreta, si compatta sempre e verticalizza di più. L’altra, il Napoli, punta tutto sul suo gioco: i difensori non lanciano mai lungo e hanno dei tagli in attacco, tipo Insigne che rientra e mette Callejon davanti alla porta, che mi ricordano il Barcellona“.
In conclusione Lippi parla prima di Sarri e poi della risalita pazzesca della Juve: “Sarri è uno che non può non piacere e che ha sovvertito un luogo comune del calcio secondo cui ci vogliono 7-8 mesi per modificare le caratteristiche di una squadra. L’anno scorso il Napoli segnava tanto, 70 gol mi pare, ma ne incassava troppi, 40 circa come le squadre da retrocessione. In tre mesi Sarri ha eliminato i difetti e lucidato i pregi. Poi ha conquistato il cuore dei suoi campioni, dettaglio non da poco. […] Ero tra quelli che in quelle settimane ammoniva: attenti! la Juve non è spacciata, attenti perché torneranno a lottare per le prime posizioni, io li conosco bene. Feci anche una battuta. Dissi: dopo 4 scudetti di fila, quelli della Juve hanno provato a dare un girone di vantaggio ai rivali ma nessuno è stato capace di approfittarne.“