Ci manca solamente che sul comodino del napoletano anziché il santino ci finisca Pepe Reina. Idolatrato, simbolo dell’orgoglio e riscatto napoletano, una sorta di Masaniello dei nostri tempi: per molti l’azzurro è sinonimo di napoletanità sconfinata, esagerando.
Poi succede che ieri contro il Genoa non sia stato proprio irreprensibile nell’occasione del goal di Rincon, l’ansia di dover rispondere alla Juve e lo scorrere inesorabile dei minuti hanno fatto il resto: il tifoso da tastiera, sempre più agguerrito e smemorato, dopo aver quotidianamente sparato a zero su Enrico Fedele, ha richiamato proprio una sua frase che riguardava Pepe Reina: “Meno tweet e più parate“. Incredibile davvero.
E’ bastata una mezza papera per dimenticarsi il portiere ultrà, le sue strepitose parate e la sua importanza all’interno dello spogliatoio. Un infortunio che può capitare a tutti ma tanto è bastato per riesumare le dichiarazioni del direttore Fedele, prima osteggiato e poi preso ad esempio.
Al tifoso da tastiera dovrebbero incatenargli le mani almeno nel corso dei 90 minuti, perché finisce con lo scrivere stupidaggini e a contraddirsi nel giro di pochi minuti. I social permettono a tutti di esprimersi e ci mancherebbe, in fondo il calcio non è una scienza e ognuno può dire ciò che vuole.
Quello su cui bisognerebbe fermarsi un attimo è una peculiarità che non è del tifoso da tastiera: la coerenza. Virtù che, invece, sta dimostrando il pubblico del San Paolo, sempre pronto a cantare e ad incitare i propri colori a prescindere da cosa stia succedendo in campo.
Per chi lo avesse dimenticato, il Napoli di Sarri ad inizio stagione era stato criticato aspramente e nessuno avrebbe scommesso 1 euro sulla possibilità di essere lì dove oggi, invece, è posizionato.