Le dichiarazioni rilasciate ieri da Walter Gargano hanno scatenato un terremoto. In città non si parla d’altro: le offese dell’ex centrocampista del Calcio Napoli sono risuonate come un insieme di provocazioni gratuite verso una piazza che, in fondo, ha saputo restituire tanto al calciatore. In primis, Gargano vestendo la maglia azzurra ha compiuto il salto di qualità della sua carriera, arrivando addirittura a disputare la Champions League, un palcoscenico ambitissimo per chi si affaccia al mondo del calcio. Non è da sottovalutare, poi, l’importanza che l’esperienza napoletana ha avuto sul processo di crescita di Gargano come uomo, lui che poco più che ventitreenne approdò nel capoluogo campano con in mano una valigia piena di sogni.
Ma è evidente che, alla soglia dei trentadue anni, Walter Gargano non possa dirsi soddisfatto del suo livello di maturità, e lo stesso potrà dirsi della moglie, nonché sorella di Marek Hamsik, la quale ha fatto da eco all’intervista del Mota con un tweet a dir poco infelice. L’opinione pubblica napoletana si è schierata con grande compattezza contro l’uruguaiano. E puntuali arrivano sono arrivati i pareri degli addetti ai lavori. Oggi Valter De Maggio ha detto la sua riguardo questo spinoso caso, estraendo dal suo cilindro alcuni aneddoti dei tempi in cui Gargano militava nel Napoli.
“Ce ne sarebbero di cose da raccontare su Gargano – ha esordito De Maggio sulle frequenze di Radio Kiss Kiss -. L’uruguaiano si è dimostrato un piccolo uomo, e poi c’è da aggiungere che anche in altri casi si è comportato in maniera non esemplare: ricordo che una volta rifiutò di fermarsi per fare una foto con un bambino ammalato. C’è lo zampino di Gargano anche sulla cessione di Quagliarella: lui era il capo del clan sudamericano, e il suddetto clan disse che l’attaccante di Castellammare doveva andare via”.
La situazione dello spogliatoio è del tutto diversa oggi: la coesione è il segreto del gruppo. Infatti, come dichiarato da De Maggio:
“Adesso ci sono due fazioni: quella italiana e quella spagnola. Ma al centro di tutto c’è Pepe Reina, il vero collante della squadra. Reina sì che è un numero uno”.