La Gazzetta e il commento razzista su Insigne: “I puffi non vivono a Gomorra”
Giu 23, 2016 - Enzo Ascione
Ieri Lorenzo Insigne ha disputato, nei pochi minuti concessi dal c.t. Antonio Conte, una bella partita, colpendo anche un palo. Gli attestati di stima verso Lorenzo non sono certamente mancati, e molti si sono chiesti perché Conte non lo abbia fatto giocare prima. Quello che però ha fatto storcere in naso è stato il commento riservato al partenopeo da parte de La Gazzetta dello sport: “I puffi non abitano a Gomorra. Per questo l’unico azzurro di Lorenzo Insigne è il cielo che bagna Napoli. E così, in tempi di <<fiction>> di successo, di male apparentemente irredimibile, l’attaccante diviene all’improvviso il contraltare immaginario della famiglia Savastano, la storia da raccontare perché può prevedere il lieto fine“.
Perché una serie tv è diventata un metro di paragone? Perché questo commento cosi inopportuno? Sono queste le domande che ci poniamo. Allora perché non paragonare le prestazione di Totti a Mafia Capitale? Insigne è stato definito puffo, e se per puffo si intende la statura del calciatore, non sarebbe la prima volta che La Gazzetta dello Sport fa commenti sulla statura dei calciatori. Non una bella cosa, insomma. I calciatori dovrebbero essere giudicati, in quanto tali, per quello che fanno sul campo da calcio, non per la provenienza o altro. Ci auguriamo che il nostro “puffo” sia ancora protagonista con l’Italia, senza questi inutili paragoni.