Sabato sera (20:45) un Palermo alla ricerca della prima vittoria stagionale affronterà il Calcio Napoli . Un match difficile e delicato per alcuni. Una partita dal sapore speciale per altri. E’ il caso di Roberto Vitiello. Una storia, la sua, che vale la pena raccontare. Dal sogno realizzato al baratro delle squalifica e un finale di quelli dei più classici.
Nato a Torre del Greco nella frazione di Santa Maria la Bruna l’8 maggio del 1983, Vitiello mosse i primi passi da calciatore nella Scuola Calcio G.S. Rinascita Corallini. Il talento c’era e i primi ad accorgersene sono i dirigenti del Parma dove, tra il ’97 e il 2002, il forte difensore campano completa il suo periodo di formazione. In quello stesso anno debutta nel calcio professionistico con indosso la maglia del Cesena.
La prima annata si chiude con un bilancio di 29 partite, un gol e tante belle giocate. Nell’estate del 2003 approda al Vicenza sotto la guida dell’attuale tecnico dell’Udinese, Giuseppe Iachini. In 3 anni gioca 107 partite mettendo a segno 10 reti e guadagnandosi la fascia di capitano della squadra bianco-rossa, ereditata da una vecchia conoscenza del calcio partenopeo come Stefan Schwoch.
Nel 2006 viene acquistato dal Rimini con cui in 4 anni non riuscirà mai a vincere i play-off promozione per la A finendo col retrocedere in C1 al termine della stagione 2008-09. Un sogno che, nonostante tutto, alla fine vede materializzarsi quando nel 2010 viene ingaggiato dal Siena di Conte che in quello stesso anno raggiunse la Serie A. L’esordio in massima serie è datato 11 settembre 2011 nella trasferta di Catania conclusasi a reti bianche. Il primo gol in maglia bianconera lo realizza invece nel match contro la Roma grazie al quale la squadra toscana uscì indenne dall’Olimpico (1-1). Nel 2014, giunge al Palermo ancora in Serie B contribuendo alla promozione in A della formazione rosanero con cui milita attualmente.
La pagina nera della sua carriera da giocatore ha però una data: 26 luglio 2012. Quel giorno infatti fu deferito dal procuratore federale Palazzi per illecito sportivo in merito alla gare giocate contro Novara e Albinoleffe nel primo anno di sodalizio alla causa senese. Il 1 agosto, lo stesso Palazzi, gli richiese una squalifica di 4 anni che avrebbe in ogni caso spezzato il suo sogno di continuare a giocare ai massimi livelli. Il 7 febbraio del 2013 tuttavia, il TNAS lo proscioglie dall’illecito e gli riduce la squalifica a nove mesi consentendogli così il ritorno in campo nel maggio di quell’anno. Il 10 giugno, il calciatore torna nella sua città natale per sposare Ilaria, l’amore della sua vita. E’ l’epilogo più bello per una storia come la sua.