Aveva richiesto 443 milioni di euro di risarcimento per aver perso lo Scudetto del 2006 in un’aula di tribunale e per essere stata costretta a ripartire dalla Serie B, ma stavolta la Juventus si è vista sventolare davanti al naso dei suoi avvocati un due di picche che non ammetterà controrepliche. Il Tar del Lazio, infatti, ha ritenuto di non potersi pronunciare sulla vicenda, poiché una sentenza ufficiale è già stata emessa dagli organi prestabiliti ed un ricorso in merito alla stessa questione è già stato abbandonata dalla società bianconera medesima.
Nelle motivazioni rese pubbliche dallo stesso Tar del Lazio relativamente alla decisione presa già il 18 luglio scorso, infatti, si ribadisce chiaramente che “Il Tar non può pronunciarsi se lo ha già fatto il collegio arbitrale”, cosa di fatti avvenuta nella stessa burrascosa estate del 2006, quando lo Scudetto fu poi assegnato a tavolino all’Inter (mentre quello del 2005 fu invece revocato e mai più assegnato), che in campionato era arrivata seconda, proprio alle spalle dei torinesi della triade Moggi, Giraudo e Bettega.
La Juventus del nuovo presidente Andre Agnelli per tali eventi aveva presentato ricorso a danno del Coni, ritenendo di aver ricevuto un danno materiale e d’immagine quantificato appunto nei 443 milioni di euro richiesti come risarcimento per i presunti torti subiti. Nello specifico – come riportato anche dall’edizione odierna di Repubblica.it – il Tar “ha ritenuto che l’intera vicenda fosse già stata trattata in un precedente ricorso, presentato sempre dalla Juventus nel 2006, e poi abbandonato dalla società, che preferì ricorrere al lodo arbitrale, da cui tuttavia uscì sconfitta“.