Il calcio italiano, per molti anni, è stato il più grande serbatoio di talenti calcistici al mondo. Tutti i grandi campioni volevano venire a giocare in Italia, in Serie A, un tempo considerato il campionato più bello del mondo. Oggi, la situazione è completamente diversa. I più grandi talenti del calcio internazionale giocano all’estero: Premier League, Liga e Bundesliga, mentre la Serie A è solo una tappa di passaggio. Eppure, il nostro campionato ha visto giocare i più grandi calciatori di tutti i tempi. Uno su tutti, Diego Armando Maradona. Campioni accomunati non solo dall’estro delle loro giocate che tanto piacciono ai tifosi, ma anche dal numero di maglia che indossavano quando giocavano: il 10.
Per Pitagora, il 10 rappresentava il numero perfetto. Anche nel mondo del calcio, vale la stessa regola. Il numero 10 è da il numero per eccellenza, simbolo del giocatore più forte, quello con più classe e qualità. Tutti gli aspiranti calciatori, fin da piccoli, sognano un giorno di indossarlo. Un numero che negli ultimi anni, però, si è lentamente sbiadito, quasi del tutto cancellato. In Serie A non c’è ormai più traccia dei campioni che furono, e gli attuali numeri 10 non reggono il confronto con il passato. Un facile esempio, possiamo ritrovarlo nel Napoli, dove la maglia numero 10 è stata ritirata in onore di Maradona, colui che più di tutti ha esaltato quel numero. Comprensibile, quindi, che talenti come Insigne o Mertens non possano reggere il confronto.
Nella Juventus, invece, non c’è nessun calciatore con quel numero di maglia. Dopo l’epopea di Alex Del Piero, la maglia numero 10 è stata indossata da Tevez, poi da Pogba. Quest’anno, invece, nessun calciatore bianconero si è preso questa responsabilità, né Dybala né Pjanic. A Roma, invece, la maglia numero 10 viene indossata ancora dall’eterno Francesco Totti. Il capitano giallorosso, però, è più in panchina che in campo. E, sebbene il suo valore non si discuta, gli anni iniziano a passare per tutti, anche per lui. E all’orizzonte, non si vedono calciatori in grado di portare in dote la pesante eredità del capitano giallorosso.
Al Milan invece, complici problemi finanziari ed esigenze di marketing, la 10 viene indossata da Keisuke Honda. Una scelta dettata più da ragioni economiche che tecnica. Il giapponese, infatti, non ha nulla a che vedere con i grandi campioni della storia rossonera che indossarono quella maglia. Insomma, un’operazione di marketing volta alla vendita di magliette rossonere anche nella terra del Sol Levante.
Il Sassuolo, invece, ha deciso di affidare la maglia numero 10 ad Alessandro Matri. Una scelta atipica, dal momento che, per caratteristiche, Matri è quanto più distante dall’archetipo del numero 10 classico. La Lazio, invece, ha scelto Felipe Anderson. L’attaccante brasiliano ha grandi colpi ma, complice la sua età, non ha ancora la continuità del grande campione. Discorso simile anche per la Fiorentina, che ha scelto Bernardeschi come numero 10 della squadra. Un ragazzo di prospettiva, giovane e di talento, ma ancora distante dai grandi calciatori che hanno indossato a Firenze quella maglia, come Baggio e Antognoni.
L’unico vero numero 10 della Serie A gioca ad Empoli, e si chiama Riccardo Saponara. Il suo ruolo è quello di trequartista, vicino insomma a quello del 10 più classico. Inoltre, è il leader tecnico della squadra. Però, l’Empoli non è certamente una squadra di prima fascia, ma una squadra lotterà perla salvezza. In Serie A, almeno per quest’anno, non si vedranno grandi numeri 10. La maggior parte, infatti, o non gioca, oppure gioca in ruoli completamente atipici, vedi il già citato Matri o Lupatelli, che nel Chievo gioca da portiere ma indossa la numero 10!
La malinconia, in questi casi, non può che farla da padrone, soprattutto se si ripensa ai campioni che furono. In un calcio diventato ormai un vero e proprio business, dove persino le bandiere non esistono più (vedi Higuain passato dal Napoli alla Juventus), si soffre per la mancanza di grandi campioni in Serie A. I grandi numeri 10, quelli che ci hanno fatto appassionare dello sport più bello del mondo.