Pur non avendo vinto nulla con il Napoli, Ruud Krol è uno dei giocatori più amati della storia partenopea. Difensore olandese elegante ma, allo stesso tempo, difficile da superare nell’uno contro uno. Negli anni 80 fu uno dei migliori liberi di tutta la Serie A. Krol approdò all’ombra del Vesuvio sul finire della carriera: nonostante l’età avanzata, riuscì ad imporsi come leader della retroguardia azzurra. Un brutto infortunio al menisco lo costrinse ad abbandonare l’attività sportiva, chiudendo la carriera al Cannes, in seconda divisione francese.
Intervistato da Il Mattino, Krol ha ricordato la sua esperienza in maglia azzurra, delle emozioni provate al San Paolo e la vita caotica della città. Era da 32 anni che non ritornava a Napoli per così tanto tempo, cambiata in tante cose tranne che in una: “Il traffico. Non si camminava allora e non si cammina adesso. Però io ho sempre amato questa città, mi è sempre stata dentro l’anima“. Speciale è il legame con i tifosi, innamoratisi fin dal suo arrivo a Napoli: “Ero appena arrivato dal Canada e grazie al mio ingaggio il Napoli aveva fatto il boom degli abbonamenti in poche ore. Il pomeriggio entrai in un negozio di scarpe e per uscire dovettero chiamare i carabinieri. Era straordinario“.
Infine, tra i vari passaggi dell’intervista, uno in particolare sul Napoli attuale di Maurizio Sarri, che per gioco espresso ricorda da vicino il calcio totale olandese: “Corre tanto, ha molti giocatori eclettici, ha un gioco offensivo dove spesso gli avversari non hanno riferimenti e dove c’è Mertens che è davvero un giocatore straordinario. A me piacciono le squadre che cominciano a difendere con gli attaccanti. E il Napoli lo fa anche se spesso non lo fa bene”.