Cassano: “Insigne terrone e genio come me, ma il mio idolo è un altro napoletano”
Feb 04, 2017 - Michele Di Matteo
Con il primo condivide i natali nel Sud Italia, con l’altro la sregolatezza di una vita e carriera che avrebbe potuto regalare a lui stesso e a tutti gli appassionati di calcio un epilogo certamente diverso. Antonio Cassano si avvia verso il tramonto della sua carriera senza una maglia da sudare (non che l’abbia mai fatto molto) e senza uno stadio – questo sì – da poter illuminare. Sospeso nel presente atipico degli svincolati di lusso, dà così uno sguardo al futuro e uno al passato, entrambi fortemente tinteggiati dell’azzurro Napoli. Lorenzo Insigne – suo grande amico – quello che più gli assomiglia in mezzo al campo e pure un po’ fuori, Diego Armando Maradona l’idolo che inseguiva nei vicoli di Bari Vecchia, quando – proprio come ora – non aveva alcuna maglia a “intrappolare” la sua classe da predestinato e giocava costantemente a petto nudo.
A rivelarlo è lo stesso calciatore ex Sampdoria, Parma, Inter, Milan, (ancora Blucerchiati), Real Madrid, Roma e Bari, in ordine rigorosamente cronologico, solo al contrario. Lui apprezzerà. Walter Mazzarri – altro personaggio legato al Napoli Calcio e suo allenatore a Genova prima e a Milano (sponda nerazzurra) dopo, un po’ meno. Non tanto per l’ordine delle tante ex di FantAntonio, piuttosto per le parole riservategli dallo stesso classe ’82 nell’intervista rilasciata quest’oggi al Corriere dello Sport: “Mazzarri credeva di essere un santone che sapeva fare tutto, così quando arrivò all’Inter, siccome avevamo lo stesso procuratore, mi disse che non ci sarebbero stati problemi e invece il giorno dopo la firma del contratto la prima cosa che chiese fu la mia cessione. Con Moratti – una delle poche brave persone che ho incontrato nel calcio – però avevo un ottimo rapporto e così gli dissi che mi sarei trovato un’altra squadra, senza fare troppe polemiche“.
Molto più miele, invece, nelle parole di Cassano nei confronti di Lorenzo Insigne: “Abbiamo due ruoli un po’ diversi, però direi che l’unico che oggi mi assomiglia come inventiva, come qualità, come personalità è Insigne del Napoli. Ha genio, è terrone come me, rivedo in lui tante cose di me“.
Un po’ quello che il genio di Bari Vecchia ha pensato – come rivela sempre lui stesso – quando, ancora in forza ai pugliesi di Fascetti, è stato in procinto di passare alla Juventus e invece ha scelto la Roma di Francesco Totti: “Era il giocatore più diverso in Serie A in quel periodo (fine anni ’90 ndr) e io mi rivedevo in lui. Così quando ho ricevuto anche un’offerta dai giallorossi ho detto al mio procuratore che della Juve non me ne fregava niente, perché volevo giocare con Totti. Sono andato a Roma per lui“.
Il calciatore, però, che lo ha impressionato più di tutti è stato un altro, Diego Armando Maradona. Come dargli torto, in fondo: “Nel ’91 si parlava ancora e solo di Maradona. Io ero un ragazzino e lo ammiravo moltissimo. Era lui il mio idolo all’epoca“.