Moreno Ferrario: dall’autogol contro il Perugia alla vittoria del primo Scudetto con Maradona
Mar 19, 2017 - Sorin Rivieccio
“Ho avuto due grandi fortune nella mia vita: la prima di fare il calciatore a Napoli, la seconda di aver giocato con Maradona”.
Nacque a Lainate, in Lombardia, il 20 marzo del 1959. E’ attualmente al quarto posto nella classifica all-time dei giocatori con più presenze in maglia azzurra alle spalle di Hamsik (442), Juliano (505) e Bruscolotti (511). Giunse alle falde del Vesuvio a soli 18 anni in seguito a due splendide stagioni in Serie B col Varese dove si formò calcisticamente. Al Calcio Napoli vanta 396 presenze complessive e 11 gol siglati nell’arco di 11 stagioni. La storia che stiamo per raccontarvi ha un nome e un cognome: Moreno Ferrario.
La sua esperienza napoletana fu segnata da due storici episodi: l’autogol nella partita contro il già retrocesso Perugia nella stagione ’80-’81 che regalò la vittoria agli umbri, a poche giornate dal termine del torneo, escludendo di fatto il Napoli dalla corsa al titolo e un gol siglato contro i bianconeri. Non un gol qualunque. “In tutta la mia carriera solo una volta mi sono lanciato in attacco e mi sembra sia andata abbastanza bene”, disse Ferrario il 9 Novembre del 1986, nel post partita di Juventus-Napoli terminata 3-1 per i partenopei. Un risultato che incise sul morale di un gruppo che di lì a qualche mese sarebbe entrato negli annales di questo gioco. Si trattò della sua unica rete su azione, essendo stato, nelle annate ’82-’83 ed ’83-’84, il primo rigorista della squadra. Nell’88, in seguito alla perdita di quello che sarebbe stato il secondo scudetto della storia partenopea, venne epurato dalla società insieme agli altri dissidenti Garella, Bagni e Giordano, che si erano ribellati nei confronti dell’allenatore Ottavio Bianchi. Passò quindi alla Roma dove in un anno accumulò solo 12 presenze. Poi le avventure tra Avellino, Siena, Carrarese e Saronno dove, nel ’95, disse addio al calcio giocato per intraprendere la carriera d’allenatore. Attualmente è collaboratore tecnico dello Spezia ma il ricordo di ciò che lo coinvolse in quel caldo pomeriggio di fine aprile echeggia tutt’ora nei suoi pensieri…
“Chiudevo gli occhi, ma rivedevo sempre quel cross e il mio tiro che finiva in rete. Sono convinto che alla lunga quell’autogol abbia fatto il bene del Napoli. Se avessimo vinto quella partita e conquistato lo scudetto, probabilmente Maradona non sarebbe mai arrivato. Quindi, se poi il Napoli è entrato nella storia del calcio, è anche un po’ merito di quell’ autogol” Non fa una grinza…Tanti auguri, Moreno!