Lazio-Napoli, in programma domani sera alle ore 20:45, vale tanto – vedi alla voci terzo posto in Serie A e qualificazione ai preliminari di Champions League – ma per qualcuno vale di più. Un qualcuno con un nome e un cognome ben precisi, Ciro Immobile da Torre Annunziata, dove ha lasciato (sin dai tempi in cui è emigrato verso Torino, sponda giovanili della Juventus) amici, famiglia e un pezzo di cuore.
Perché l’azzurro in quel di Napoli lo ha sempre solo visto dipinto tra le onde del mare della costa, per indossarlo invece ha dovuto girovagare tra l’Italia (Siena, Grosseto, Pescara e Torino) e l’Europa (Borussia Dortmund e Siviglia), prima di sbarcare nella Capitale, sponda Lazio. Il passato, però, non lo puoi dimenticare, anche perché spesso ti viene a cercare, come farà domani il Calcio Napoli, in visita ai capitolini, appena 4 lunghezze più giù.
L’occasione giusta per riaprire il libro dei ricordi di Immobile, visto però attraverso gli occhi del padre, Antonio. Rivelazioni shock, esperienze divertenti e alcune commoventi.
“Ciro è sempre stato innamorato del calcio, mi ha trasmesso lui – esordisce orgogliosissimo ai microfoni di Gianclucadimarzio.com- la passione per questo sport. Già a cinque anni stava ore davanti alla televisione a guardare i suoi idoli, Trezeguet e Del Piero“.
Il segreto del suo successo, però, sta forse nella grande applicazione che già da ragazzino metteva nella sua passione, anche fuori dal terreno di gioco: “Si è sempre comportato da adulto, infatti quando finiva gli allenamenti si lavava sempre tutto da solo. Ricordo di aver fatto tanti sacrifici per lui, ma Ciro ne ha fatti di più. Quando giocava nelle giovanili del Sorrento tornava da scuola, mangiava un panino e poi andava subito via, per tornare a casa solo alle otto di sera“.
Dal Sorrento fu poi acquistato dalla Juventus, l’occasione della vita per mantenere la promessa fatta dal piccolo Ciro al padre – “diventerò un calciatore” -, ma anche la prima esperienza lontano dagli affetti familiari e dalla sua amata città: “Ama la città di Napoli, ma ora è un tifoso biancoceleste. Lui torna spesso a Torre Annunziata, anche se non esce quasi mai, perché potete immaginare quello che succede”.
Più difficile immaginare quello che una volta Immobile e Insigne combinarono assieme a Verratti al Pescara: “Lì è stata la stagione delal sua consacrazione. Aveva un legame speciale con Insigne e Verratti, non avevano paura di nulla e pensavano solo a divertirsi. Poi con Zeman c’era un grande rapporto, era quasi un padre per loro. Pensate che una volta il mister entrò nella loro stanza e li trovò chiusi nell’armadio, stavano giocando a nascondino“.
In campo, però, Ciro il “Grande” non scherza e non si nasconde e non lo farà nemmeno davanti alla squadra della sua città domani sera.