Agnelli risponde a Sarri: “Il fatturato è una scusa, chi non vince trova alibi”
Mag 20, 2017 - Michele Di Matteo
Andrea Agnelli
Non solo in campo, la sfida tra Juventus e Calcio Napoli come al solito non si gioca soltanto sul prato verde, ma prosegue perennemente anche sui social network e in ogni occasione in cui ci sia un microfono ad espandere in maniera esponenziale la rivalità ormai atavica tra i due club. Stavolta il pomo della discordia è stato il “J1987MembersDay”, ovvero l’appuntamento fissato e svoltosi ieri per festeggiare i dieci anni esatti d’insediamento del rampollo alla guida del club bianconero e per incontrare i tifosi alla Juventus Stadium.
Tra i tanti temi affrontati anche quello legato alle differenze di fatturato che la Juventus sta facendo registrare negli ultimi anni rispetto alle altre squadre italiane e che è stato spesso tirato in ballo da mister Maurizio Sarri nel corso dell’attuale stagione calcistica onde spiegare il gap di punti che sussiste da vari anni a questa parte tra i suoi (e anche la Roma) e la formazione allenata da Massimiliano Allegri, nonostante le grandissime prestazioni di Hamsik e compagni e il record di punti (82) quasi superato.
Anche questa settimana il tecnico toscano ha parlato del fatturato, affermando “Chi ha più soldi, compra la macchina più lussuosa”, ma il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha risposto più o meno indirettamente a questa ulteriore opinione sull’argomento: “Le critiche al fatturato troppo alto della Juventus sono fine a se stesse. Ricordiamoci dov’eravamo nel 2010 e che fatturato rispetto a chi oggi ci accusa. Chi non vince, trova alibi“.
Parole che suonano come una doppia bacchettata, verso Sarri che accamperebbe solo scuse pur di non ammettere la superiorità bianconera, ma soprattutto verso Aurelio De Laurentiis, incapace di gestire la società in modo da farle ottenere gli stessi fatturati della Juventus: “Aumentare il fatturato è un obiettivo che oggi una società si deve porre. La vera svolta arriverebbe da un salto circa gli obiettivi generali. Con le quattro squadre fisse in Champions si è fatto un passo in avanti, ma ora toccherà ai club continuare a crescere: l’esposizione della Serie A è deficitaria, perciò è importante fare bene in Europa“.