Termina la stagione del Napoli, questi i voti per i protagonisti di un anno pieno di gol e soddisfzioni:
MAURIZIO SARRI: 10. E’ un classico, se i professori sono mediocri la classe sarà sempre insufficiente. Ma lui è stato un grande capo, maestro e padre. E’ riuscito a tirare fuori dai suoi studenti le migliori qualità, spronandoli prima ad un livello mentale, infondendogli sicurezza e assicurandogli sempre la massima fiducia, così da creare un ambiente sereno e felice, che si è rivelato terreno fertile per far germogliare una grande squadra. Le sue idee, i suoi esperimenti tattici e le sue innovazioni, anche se in un primo momento hanno spiazzato in negativo il pubblico napoletano, a lungo andare si sono rivelate i punti di forza di questo gruppo, che ha regalato grandi emozioni. Il suo gioco dinamico, con fraseggi chirurgici, tatticamente perfetto, costruito per vincere ma soprattutto per divertire e appassionare il pubblico, gli ha fatto meritare il titolo di panchina d’oro, destinato al migliore allenatore dell’anno.
PEPE REINA: 7 e mezzo. Il suo percorso è stato altalenante. Protagonista sia di tante papere, come quella contro la Lazio che è costato un amaro pareggio, che di parate straordinarie e prestazione ad alto livello. Indimenticabile il suo intervento su un tiro di Perotti, respinto in due tempi, prima con un allungamento plastico che blocca la palla sotto la traversa e poi la respinge, con colpo di piede, fuori dal rettangolo verde, sventando ogni pericolo. Per l’allenatore resta un giocatore essenziale per il Napoli e un leader dello spogliatoio. Per l’anno prossimo, ci si aspetta qualcosa di più da un giocatore della sua esperienza.
VLAD CHIRICHES: 7. Jolly di difesa, utilizzato per far rifiatare i titolari centrali Albiol e Koilibaly, ha sempre fatto un buon lavoro. In alcune partite si limitava a svolgere il compitino, mentre in altre ha giocato con grande coraggio e personalità, riuscendo anche a siglare due goal in questa stagione. E’ una valida alternativa di difesa e un giocatore da un valore medio alto.
FAOUZI GHOULAM: 8. Per il terzino sinistro il discorso è più complicato. Da un inizio ad andatura crescente, ha subito un picco vertiginoso subito dopo essere rientrato dalla Coppa d’Africa, che l’ha tenuto impegnato l’intero mese di gennaio. Visibilmente stanco e distratto, non rientrava più tra le prime scelte di Sarri che a lui preferiva Strinic. Segnali di ripresa si sono avvertiti nelle ultime dieci gare, in cui l’algerino è tornato lo scattante giocatore di sempre, svelto nei passaggi e preciso nei cross. Quella fascia sinistra ha ritrovato il suo pupillo e il Napoli ha rivisto il suo “touareg”, grintoso e sicuro.
ELSEID HYSAJ: 8. Con umiltà e pazienza dal 2015 a oggi è riuscito a guadagnarsi un posto da titolare nella corsia opposta a quella di Ghoulam. Salta l’avversario con facilità, sicuro nei movimenti palla al piede, professionista di assist vincenti e specializzato con ottimi voti sia nella fase difensiva che offensiva. Sono state così rare le sue prestazioni sotto la sufficienza, che non influiscono negativamente su una media, che a conti fatti, è davvero alta.
KALIDOU KOULIBALY: 9. Il suo prezzo di cartellino è cresciuto in maniera esponenziale. Acquistato dal Napoli per poco più di 6 milioni, oggi questa cifra è da moltiplicare 10 volte per avvicinarsi al suo valore reale. Giovanissimo d’età ma maturo e formato a livello tattico e tecnico è stato il pilastro portante difensivo di questo Napoli. Sono pochissimi gli errori che ha commesso nelle partite disputate, ma sono stati tantissimi i suoi interventi risolutivi. La sua mastodontica prestanza fisica lo ha reso la peggior spina nel fianco degli attaccanti rivali e chiusa la stagione anche con la sua personale firma su due reti, rientra a pieno titolo tra i top player.
RAUL ALBIOL: 9. La sua è stata una crescita maturata negli anni. Dal 2013 ad oggi è stato sia lanciato nel calderone delle critiche e delle accuse, soprattutto nell’era Benitez, per le sue prestazioni svogliate e sottotono, sia elogiato e osannato dal pubblico napoletano come in quest’ultima stagione. In coppia con Koulibaly riesce ad esprimersi al meglio, la sicurezza che i due centrali si infondono vicendevolmente durante le partite assicura il giusto collagene per tenere salda la difesa azzurra. Nel periodo in cui è stato costretto a restare in panchina a causa di risentimenti muscolari, la sua assenza si è fatta sentire a suon di goal subiti. E anche se qualche volta salta una marcatura, si conferma un giocatore essenziale della difesa azzurra.
IVAN STRINIC: 7. E’ stato lui a sopperire al calo di Ghoulam. Dopo una breve fase di ambientamento, dovuta ai pochi minuti di gioco disputati, non ha fatto sentire la mancanza del terzino sinistro algerino. Più sicuro nella fase difensiva che offensiva ha svolto bene il suo compito, confermandosi una riserva di qualità e sicurezza.
MARQUES LOUREIRO ALLAN: 8 e mezzo. Tenace e tatticamente arcigno, è l’animale del centrocampo. La sua forza fisica e la sua resistenza ai colpi avversari assicurano, nelle partite più ostiche, una maggiore sicurezza e impermeabilità per i palloni pericolosi. E’ quello che ha più pecche nella gestione del pallone, ma la sua personalità calcistica fa da intonaco a queste sue lievi crepe tecniche personali. In una squadra dove la classe è a portata di tutti, un pò di forza fisica è il tassello vincente di un puzzle già perfetto.
MAREK HAMSIK: 10. Applausi per il Capitano. Già aveva dimostrato in tutte queste stagioni azzurre di essere un fuoriclasse, ma ogni anno riconferma il suo meritato titolo e lo arricchisce con prestazioni sbalorditive. E’ lui il centro nevralgico del Napoli: lui pensa, lui inventa, lui crea, lui segna e manda a segnare. La sua tecnica al di sopra della media e quel piede d’oro, che si ritrova sono qualità che lo rendono uno dei giocatori più ricercati e più gettonati di questo, e non solo, calciomercato estivo. Ma i club che lo corteggiano resteranno a bocca asciutta anche quest’anno, perché lui resta a Napoli semplicemente perché ama questa terra, la sua squadra e vuole vincere con questa maglia.
JORGE JORGINHO: 9. Lui è il principe del centrocampo. Vanta una tecnica curata e preziosa. Si esprime meglio nei fraseggi con i compagni che quando è chiamato a recuperare palloni dai piedi avversari. Quest’anno la competizione a centrocampo è stata qualitativamente alta, ma lui è riuscito a trovare e meritare il suo spazio senza pestare i piedi ai compagni di reparto e con un spirito di positivo agonismo sportivo.
MARKO ROG: 8. Nonostante il suo utilizzo centellinato, è bastato poco per notare il grande potenziale di questo centrocampista croato. Ha ancora molta strada da fare, anche se nonostante i suoi 22 anni ha già superato quell’imbarazzo e timidezza tipica dei giocatori teneri di età. Ed è stata proprio la sua padronanza tecnica e tattica che gli ha fatto meritare una mezz’ora di gioco in Champions League contro il Real Madrid.
PIOTR ZIELINSKY: 8. Anche in questo caso parliamo di un giocatore di prospettiva. Ha conquistato da subito la fiducia dell’allenatore e tra i nuovi acquisti è quello che ha avuto più occasioni per mettere in mostra il suo certissimo talento. Con un totale di sei reti conclude una buona stagione. D’altronde basta pensare che è un naturale sostituto di Hamsik per avere un’idea chiara di quelle che sono le sue qualità tecniche e la sua già matura visione di gioco.
LORENZO INSIGNE: 10. Figlio di questa terra meravigliosa, giocare nel Napoli è stato il suo obiettivo e il suo traguardo più grande. Innamorato della sua città, ha solo un desiderio da realizzare: PORTARE LA SUA SQUADRA A LIVELLI ALTISSIMI OTTENENDO I MIGLIORI RICONOSCIMENTI CALCISTICI NAZIONALI E INTERNAZIONALI. Accusato spesso di egoismo sotto porta e di una limitata collaborazione con i due compagni d’attacco, è riuscito a smentire tutti dimostrando nel corso del campionato di essere capace sia di sacrificarsi per i compagni, cedendo il ruolo da protagonista e restando dietro le quinte, sia ad essere decisivo quando il Napoli necessitava del risolutore per portare a casa la partita. Attaccante da doppia cifra, quest’anno si è fatto il miglior regalo che un giocatore può sperare di ottenere: segnare al Santiago Bernabèu contro le meringhe di Zidane.
JOSE’ MARIA CALLEJON: 10. Con il fisico da velocista ma dal piede elegante e raffinato è uno dei giocatori più completi e affidabile di cui Sarri dispone. I suoi inserimenti veloci in area, la prontezza negli scatti, la maestria nel fare girare il pallone con l’assoluta sicurezza e nel riuscire a tenere palla anche nelle marcature strette degli avversari, lo rendono un fenomenale top player. Anche lui conclude il campionato in doppia cifra. I suoi goal hanno sempre quel pizzico di spettacolarità che rendono giustizia alla bellezza del gioco sarriano e cioè: scatto sulla fascia con parabolica in posizione dislocata o con un teso a fil di palo, che lasciano a mani vuote il portiere avversario di turno.
DRIES MERTENS: 10. Un nome, una sicurezza. Ce lo invidiano tutti. Nel suo scarso metro e settanta di altezza si nasconde una delle migliori punte centrali di questo campionato. Scoperto e reinventato da Sarri, un pò per necessità e un pò per la mancanza in panchina di un puro vice-Milik, Mertens è stata la più bella sorpresa di questo Napoli. Forte sia da punta del tridente che da esterno d’attacco, è l’attaccante più versatile della rosa azzurra. Blindato fino al 2020 e ormai naturalizzato napoletano, le sue immense qualità tecniche daranno quell’apporto in più a un Napoli che ha ancora tanto da dire.
AREK MILIK: 8. Il suo è un voto di fiducia. Approdato alla corte azzurra all’inizio di questa stagione, da subito ha fatto sfoggio delle sue qualità offensive entusiasmando e conquistando l’intera tifoseria. L’infortunio rimediato in Nazionale lo ha tenuto più di sei mesi lontano dal rettangolo verde e il suo rientro è stato, come è giusto che sia, frazionato per evitare di sovraccaricare e stressare un ginocchio fresco operato. Ritrova il goal contro il Sassuolo e la sua rete regala un pareggio in una partita che sembrava stregata. Riconfermatissimo per la prossima stagione e scalpita per riconquistare la punta del tridente.
Poco da dire per Maggio, Pavoletti, Tonelli e Giaccherini, i pochi minuti di gioco disputati non permetterebbero un’adeguata valutazione. Discorso diverso per Maksimovic e Diawara, che hanno dimostrato di essere dei buoni giocatori, da tenere sott’occhio in una panoramica di prospettiva. Per entrambi un sette. Il difensore e il centrocampista sono la concreta dimostrazione che i panchinari azzurri non hanno più niente da invidiare a quelli che volgarmente chiamiamo titolarissimi.
Il Napoli è una squadra competitiva dalla testa alla coda. E questa certezza è solo il punto di inizio per la nuova stagione che sicuramente, con queste premesse, sarà costellata di tanti successi.