Ammonta a soltanto 15mila euro di multa la sanzione comminata dal giudice sportivo alla Sampdoria, per i “cori insultanti” contro i napoletani.
La motivazione recita così: “per avere la maggioranza dei suoi sostenitori, assiepati nelle gradinate, nel corso della gara, più volte intonato cori insultanti di matrice territoriale nei confronti dei sostenitori della Soc. Napoli”,
“Cori insultanti di matrice territoriale”, così sono stati definiti i Vesuvio lavali col fuoco diretti ai partenopei. Per il giudice non si tratta quindi di razzismo, ma di semplici insulti puniti con una multa irrisoria, spicci per una società di Serie A. È il regolamento a stabilirlo, e il giudice lo applica.
Una decisione ancora una volta vergognosa, la quale conferma come il calcio italiano si trovi nella preistoria per quanto riguarda la tutela dei diritti della persona e la lotta al razzismo, a meno che non sia quello contro le persone di colore. Il razzismo, però, non è soltanto quello dei “bianchi contro i neri”, ma si manifesta sotto tantissime forme.
Lo ha affermato anche Sinisa Mihajlovic, chiamato “zingaro” dai tifosi della Juventus, criticando questo modo di fare italiano che non vede simili nei paesi occidentali. In questo modo le società continueranno a non fare nulla per prevenire tali episodi e i tifosi continueranno a tenere questi intollerabili atteggiamenti.