Gianluigi Buffon ritorna sulla polemica dei festeggiamenti che sono accaduti in diverse città d’Italia all’indomani della sconfitta della Juventus in Champions League. Il suo pensiero è stato chiaro già dal ritiro della Nazionale, ma oggi lo ha ribadito con ancor più forza in una intervista per Sky Sport. Ecco il passaggio:
“È normale che quando la squadra più forte che induce sofferenza agli altri spesso e volentieri, per larga parte della stagione, nel momento in cui capitola fa sì che ci sia una gioia sproporzionata e smisurata. Addirittura improvvisando caroselli, fuochi d’artificio e cose varie e questo mi fa sorridere, perché sicuramente è un modo singolare ed italiano di vivere le disgrazie altrui, anzi che pensare di costruire le vittorie proprie. E da un certo punto di vista mi rende anche orgoglioso, perché alcune volte vedere il comportamento non solo dei tifosi, ma anche di giocatori con delle esternazioni fa sì che veramente dico: mi sento orgoglioso di come sono. Perché io non riuscirei mai a fare o a scrivere delle cavolate o delle cose che non ti lasciano niente. È un qualcosa che mi fa capire quanto miserabile possa essere l’uomo. Perché in questo caso è proprio miseria umana e sono veramente felice di non far parte di quella schiera. Quello è il mio più grande orgoglio. Perché poi quando li vedo e li incontro mi sento troppo più forte di loro, questa è la verità”.