Tanto discussa e polemizzata quanto deludente. La festa per la cittadinanza onoraria a Maradona è stata un flop quasi totale. Noiosa e lenta, in una piazza vuota se paragonata alle aspettative. Fischi per Ferrara, applausi scroscianti solo per il re della serata (sul palco per appena 10 minuti…).
Il day after è quello dei bilanci e delle riflessioni, e c’è chi, come il blogger napoletano Maurizio Zaccone, identifica il fallimento della festa con una forzatura della natura partenopea. I napoletani, in soldoni, non sarebbero per niente affini agli show organizzati e prestampati.
La loro spontaneità non può seguire copioni e pretendere di risultare efficace come quando è spinta solo dal cuore.
“In fondo ci hanno provato, con tutte le loro forze, a fare l’evento – ha scritto Zaccone su Facebook – Ci ha provato Siani, con impegno. Ci ha provato l’Amministrazione, con sforzo. Ci hanno provato le aziende, tassandosi. Sembrava facile, tanto vuoi che i napoletani non accorrano in piazza in 100.000? Vuoi che non facciano i cori e le ola al comando dei presentatori di turno? Sappiamo come sono i napoletani. Invece no, non li conoscete. Non puoi decidere tempi e modalità di espressione di un sentimento. Il calore napoletano è unico nel mondo per la sua genuinità, per la sua spontaneità.
Non c’era lo speaker dello stadio ad invitarci ad urlare “the champions“ all’unisono”.
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