Da Bilbao a Nizza. Da Benitez a Sarri. Tre anni per rivoltare come un calzino le prospettive e la mentalità del Napoli. E per riuscire nell’intento, il presidente De Laurentiis non ha rivoluzionato la rosa. Era già buona quando l’undici con Higuain in campo vedeva naufragare i sogni Champions in una notte d’estate.
I 7/11 di quella sera erano gli stessi che hanno incantato e trasformato l’insidiosa trasferta francese in un capolavoro. Benitez schierava questa formazione:
Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam (11′ st Britos); Gargano, Jorginho; Callejon, Hamsik (25′ st Insigne), Mertens (32′ st Zapata); Higuain. A disp.: Andujar, Zuniga, Henrique, Inler, Zapata. All.: Benitez
Sarri tre anni dopo gioca così:
NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan (25′ st Rog), Jorginho (40′ st Diawara), Hamsik (16′ st Zielinski); Callejon, Mertens, Insigne. (Sepe, Maggio, Chiriches, Milik). All. Sarri.
Se consideriamo anche Insigne che nel 2014 entrò nel corso della ripresa, il numero dei calciatori scesi in campo a Nizza così come a Bilbao sono addirittura 8.
Il superamento del preliminare questa volta racconta della naturale crescita che Sarri ha impresso ad una rosa costruita nel passato e puntellata negli ultimi mesi. Lo scheletro di quella formazione resta quasi immutato ma i risultati, il gioco e la mentalità risultano completamente trasformati. Quella che si appresta a contendere lo scudetto alla Juventus nel 2018 è un’altra roba grazie al lavoro del tecnico in tuta che ha saputo trovare le chiavi giuste per far correre la sua macchina. E sembra non volersi più fermare.