Domenica sera il Napoli riprenderà il proprio campionato in casa del Bologna. Un campo con tanti ricordi positivi per i tifosi partenopei che, come spesso accade, riempiranno il “Dall’Ara”. Non è raro che i tantissimi napoletani residenti in Emilia Romagna ed in tutto il Nord Italia si rechino nel capoluogo romagnolo per incoraggiare i propri beniamini.
Lo sa bene il presidente del Napoli Club Bologna, Maurizio Criscitelli che abbiamo intervistato per farci raccontare la vigilia della partita nella città bolognese.
Domenica arriverà il Napoli nella vostra città adottiva, come vi state preparando:
“Ci stiamo preparando con grandissimo entusiasmo come sempre. A pranzo ci ritroveremo insieme agli altri club della zona dove mangeremo, tra l’altro, la mortadellona di 70 chilogrammi e poi la sera tutti insieme ci recheremo al “Dall’Ara” per sostenere i nostri colori”.
Quanti tifosi del Napoli si aspetta?
“Saremo almeno in 6000. Sia i biglietti del settore ospiti che quello della curva San Luca sono andati a ruba ma non è da escludere vedere altri supporters partenopei in altri settori”.
Cosa significa tifare Napoli a Bologna?
“E’ un motivo di orgoglio soprattutto per i risultati della squadra ora temuta e rispettata. Abbiamo grandissimi calciatori ed un bel gioco e ciò non fa altro che renderci fieri dei nostri colori”.
I bolognesi sono un popolo ospitale e gioviale eppure c’è questo astio nei confronti dei napoletani, come lo spieghi?
“Purtroppo questa storia è iniziata qualche anno fa quando il gruppo della curva “Andrea Costa”, un gruppo un po’ estremista, iniziò con questi cori che loro definiscono sfottò ma che in realtà sono beceri. Hanno iniziato loro e poi man mano si sono aggregati gli altri. Rimasi, in particolar modo perplesso durante il ricordo di Lucio Dalla quando, sulle note di “Caruso”, noi lo ricordavamo mentre loro fischiavano. C’è da dire che molti bolognesi non sono così ed hanno simpatia verso i napoletani”.
Qual è il Bologna-Napoli che ricorda particolarmente?
“Ovviamente quello del 1990, l’anno del secondo scudetto. Fu una domenica di gioia immensa, perché, di fatto ci regalò la quasi certezza della vittoria. Ricordo che ad un certo punto non guardavamo più la partita ma stavamo ad ascoltare alla radiolina ciò che accadeva a Verona dove era impegnato il Milan. Altro ricordo è quello del 2007, l’anno della promozione in serie A. Fu una partita di sofferenza perché, dopo aver chiuso il primo tempo sul 3-0, in avvio di ripresa subito subimmo due gol e, pertanto frememmo fino al fischio finale”.