Lo sport nazionale in Slovacchia è l’hockey sul ghiaccio, mentre il piatto tipico è il Bryndzové halušky, un mix discutibile di patate, uova, formaggio e pancetta. Nonostante ciò, e per quanto inverosimile possa sembrare, Marek Hamsik è diventato il capitano e soprattutto bandiera e simbolo del Napoli, in una città come la nostra, dove si vive di calcio e dove la buona cucina è un must.
Marek è nato il 27 luglio del 1987 a Banská Bystrica, cittadina di circa ottantamila abitanti, situata poco più di 200 chilometri ad est della capitale Bratislava, che dieci anni prima ha dato i natali a Vratislav Greško, altro slovacco transitato nel nostro campionato con fortune diametralmente opposte a quelle del capitano. Acquistato dal Brescia ed arrivato in Italia nell’agosto del 2004, Hamsik approda al Napoli tre anni più tardi, più precisamente a giugno del 2007. Fresco del ritorno in A, il Napoli di De Laurentiis ottiene il cartellino di Marek sborsando 5,5 milioni di euro ed inconsapevolmente ciò regalerà ai tifosi napoletani una delle più belle storie d’amore andate in scena da quando esiste il club azzurro.
Ad oggi, Marek Hamsik vanta con il Napoli 462 presenze (terzo in assoluto dopo Bruscolotti e Juliano) in tutte le competizioni disputate ed in totale 113 reti, a due sole distanze dal recordman azzurro, nientemeno che Diego Armando Maradona. La domanda che da qualche settimana a questa parte tutti si pongono è: quando riuscirà Marek a superare i goal di Diego?
Nonostante ciò che significa Maradona per i napoletani, con la consapevolezza che non sarà un semplice numero a spodestare Diego dal trono di Re di Napoli, tutti i tifosi azzurri si augurano che lo faccia al più presto. L’umiltà di questo ragazzo, la fedeltà e l’attaccamento dimostrati alla maglia e alla città, l’altruismo che lo contraddistingue, le sue esultanze rabbiose, la sua classe in campo e fuori lo hanno reso uno dei calciatori più amati ed apprezzati di sempre, a Napoli ed in Italia, eleggendolo a furor di popolo al ruolo di figlio di Napoli. Anche se, nell’arco degli ultimi 10 anni, diverse volte è stato oggetto di qualche critica di troppo, Hamsik è sempre rimasto concentrato sulla squadra e sul suo lavoro in campo, rispettando i ruoli e dimostrandosi così un esempio per tutti.
Chissà che non sia stato proprio l’avvicinamento a questo evento storico ad influire negativamente sull’avvio di stagione dello slovacco. Marek è partito titolare 10 volte su 10, siglando zero reti, ed inanellando sostituzioni e prestazioni poco convincenti. Una circostanza piuttosto inusuale per lui, che pur giocando a centrocampo partecipa spesso e volentieri alle sagre del goal messe in scena dagli uomini di Sarri. Nella sua carriera a Napoli, Hamsik non ha mai chiuso con meno di 7 goal in stagione, mentre con l’attuale mister ha già messo a segno 23 reti in due anni. Le prestazioni fornite nelle ultime tre partite contro Lazio, Spal e Feyenoord, ci hanno mostrato un capitano che sta crescendo di condizione, ma capace anche di dilapidare alcune nitide occasioni.
Il fatto che il Napoli abbia vinto sino ad ora, 9 volte su 10, con un uomo chiave come Hamsik in ombra, la dice lunga su quanta solidità e convinzione abbia inculcato Sarri ai suoi calciatori. C’è da chiedersi, a questo punto, se Maradona non abbia messo in piedi una specie di maledizione per tenersi stretto il record. Gli ultimi due ad avvicinare el pibe de oro, sono stati Edinson Cavani, che ha siglato 104 reti e Gonzalo Higuain capace di mettere a segno 91 marcature. Entrambi hanno realizzato questi notevoli score in sole tre stagioni prima di lasciare Napoli e volare verso altri lidi. C’è da giurarci che se non fossero andati via, avrebbero insidiato e non poco Diego, conquistando probabilmente il gradino più alto del podio nella classifica dei goal azzurri.
Il match di campionato col Cagliari è alle porte, e per l’undicesima volta consecutiva, a meno che Sarri non voglia clamorosamente sorprenderci dandogli un turno di riposo, gli occhi di Napoli saranno tutti puntati su capitan Hamsik. Il ragazzino con la cresta, arrivato da Brescia, è ormai divenuto un uomo di esperienza, leader silenzioso di questo Napoli e con le spalle larghe abbastanza per gestire il momento topico della sua carriera. Diego è nel mirino ed il prossimo goal di Marek decisamente nell’aria.