Vi abbiamo parlato, nei giorni scorsi, della disavventura successa ad alcuni tifosi del Napoli abbonati al San Paolo e impossibilitati ad accedere allo stadio, sia nel settore Distinti che in quello della Tribuna Posillipo. L’abbonamento, infatti, risultava bloccato ai tornelli, con conseguente sorpresa e danno economico per i malcapitati, che si sono ritrovati a dover pagare anche il biglietto.
L’abbonamento veniva revocato a causa di una clausola inserita nell’articolo 3 del modulo di sottoscrizione della tessera, dove era necessario dichiarare di non avere pendenze legali con la società, pena la possibilità di invalidare l’abbonamento. Molti, però, quel modulo non sono riusciti a leggerlo e il club azzurro si è avvalso del “potere” di bloccare le tessere.
Così, alcuni abbonati hanno deciso di fare ricorso, che ha dato ragione ai tifosi. Il giudice, infatti, ha dichiarato nulla la clausola inserita nell’articolo 3, e da questa nullità deriva l’illegittima disattivazione dell’abbonamento allo stadio e l’inadempimento contrattuale della SSC Napoli.
Il giudice ha dato ragione agli abbonati ma non ha concesso il ricorso d’urgenza perché manca il cosiddetto “periculum in mora”, ossia il rischio di subire un danno grave e al contempo irreparabile. In questo caso, infatti, il danno irreparabile non sussiste, visto che l’abbonato, anche in assenza di abbonamento, potrebbe comunque entrare allo stadio acquistando il biglietto. Quindi, ha spiegato il giudice, il rimedio d’urgenza rappresenterebbe un abuso del codice cautelare.
Ora, ha spiegato l’avvocato Erich Grimaldi, che abbiamo contattato e che segue circa 200 degli abbonati azzurri, verranno depositati ulteriori ricorsi e andranno avanti le cause intraprese per i rimborsi e il risarcimento dei tifosi.