Juventus-Torino, sfida di Coppa Italia di Mercoledì 3 Gennaio, è terminata con la vittoria dei bianconeri per le due reti siglate da Douglas Costa e Mandzukic. Un risultato che assicura alla Juventus, il percorso in questa competizione.
Eppure durante la gara, non sono mancate irregolarità seguite da sviste e infondate decisioni arbitrali, che questa volta non sono passate inosservati agli organi maggiori. Infatti, l’episodio che ha scatena l’ira dell’AIA, conducendolo a scelte punitive ai danni dell’arbitro Doveri, è stato proprio il contatto tra Khedira ed Acquah, appena prima del goal decisivo segnato da Mandzukic.
Anche ad occhio nudo, era chiaro che il contatto fosse falloso e volontario, e che il giocatore bianconero si fosse, è vero, fiondato sulla palla, ma dopo aver spintonato l’avversario. Quindi l’azione andava subito fermata, e l’arbitro avrebbe dovuto assegnare un calcio di punizione al Toro. Invece, la realtà è stata ben diversa, perchè non solo l’arbitro ha fatto proseguire l’azione, permettendo alla Juventus di segnare sotto gli occhi sbalorditi dei giocatori del Torino, che protestavano per il contatto irregolare, ma ha fatto di peggio, perchè, dopo asfissianti insistenze, si è avvalorato dell’ausilio del VAR, per rivedere il reale contatto falloso, ma è stato tutto inutile.
Perchè Doveri è rimasto sulle sue posizioni, convalidando il goal, ritenendo involontario e non punibile il contatto di Khedira e allontanando dal campo Mihajlovic, per le troppe proteste. Lo stesso allenatore che dopo questo k.o è stato esonerato dalla società e sostituito da Walter Mazzarri.
Però, a volte, anche nel calcio il bene trionfa: L’AIA, associazione italiana arbitri, ha ritenuto imperdonabile la presa di posizione di Doveri, incapace di ammettere l’errore anche quando ha avuto la visibile possibilità di farlo, e per questo motivo resterà ai box per una o due giornate, come riporta la Gazzetta dello Sport.
Una decisione giusta ed esemplare, anche perchè un arbitro, da poco promosso fischietto internazionale, non può e non deve commettere errori così banali e puerili.