La rivoluzione non è ancora iniziata, ma i tifosi partenopei già sognano il nuovo Napoli di Carlo Ancelotti. Sarà un taglio netto col passato, un tecnico molto diverso da Sarri, sia per carattere che per schemi ed idee di calcio. In attesa dell’ufficialità, che dovrebbe arrivare nelle prossime ore, abbiamo provato ad immaginare come sarà il Napoli del prossimo anno.
Molto probabilmente cambierà il sistema di gioco. Sebbene il 4-3-3 sia stato utilizzato da Ancelotti nella sua avventura in Baviera (conclusasi con l’esonero), lo schema preferito dal tecnico di Reggiolo è un altro: 4-3-1-2. Quello utilizzato durante la sua lunga e vincente parentesi al Milan, il cosiddetto “rombo”, alternato poi con il 4-3-2-1, ribattezzato “Albero di Natale”. Entrambi gli schemi vedono l’utilizzo di uno o più trequartisti in campo, ruolo determinante nel calcio di Ancelotti.
Nel Napoli, tale ruolo potrebbe essere ricoperto da Lorenzo Insigne, che agirebbe alle spalle delle punte, o di un solo attaccante, qualora Ancelotti decidesse di adottare un 4-2-3-1, schema utilizzato anche al Real Madrid. Qualunque sarà lo schema scelto, però, il Napoli non potrà fare a meno del suo uomo più talentuoso. Determinanti saranno anche i terzini, specie in un centrocampo a 3, avendo maggiore spazio per attaccare e giocare quasi come fossero delle mezzali.
Il Napoli dovrà quindi intervenire soprattutto in quella zona di campo, visto che Ghoulam è reduce da un doppio infortunio e Hysaj non può garantire 50 partite ad alto livello. In attacco, oltre al già citato Insigne, dovrà essere determinante anche Milik. Ancelotti non ha quasi mai utilizzato un falso 9 in campo, preferendo sempre attaccanti forti non solo palla al piede, ma che garantissero tanta presenza fisica in area di rigore (vedi Benzema, Ibrahimovic, Lewandoski).
In questo senso, quindi, Ancelotti potrebbe applicare un possesso palla diverso da quello di Sarri, che è stato molto simile al tiki-taka di Guardiola. Il controllo del gioco è una prerogativa di Ancelotti, che ama però soprattutto l’occupazione degli spazi e lo smarcamento di uno (il trequartista) o più giocatori nelle zone “calde” del campo. Potremmo vedere, quindi, meno possesso palla e più verticalizzazioni per la punta e cross nell’area di rigore, qualora il Napoli punterà sulla stazza fisica di Milik o di un altro attaccante fisicamente ben strutturato.
Gioco forza, cambieranno non solo gli schemi, ma anche i metodi di allenamento e gestione della rosa. Nel corso della sua lunga e vincente carriera, Ancelotti ha dimostrato doti gestionali impareggiabili. Tant’è che è stato definito più volte un “gestore”, prima ancora che un allenatore. L’ex tecnico del Milan, infatti, ha avuto tra le mani quasi sempre rose formate da grandi campioni che, in quanto tali, vanno gestiti non solo da un punto di vista tecnico, ma anche umano.
Chiunque abbia avuto la fortuna di essere allenato da Ancelotti, non ha mai nascosto un profondo affetto nei suoi riguardi. Viene descritto come un allenatore paziente, che responsabilizza i giocatori, capace di instaurare un rapporto che vada ben oltre il rettangolo verde. Un amico dei calciatori, in poche parole. Non devono stupire, in tal senso, gli elogi di un certo Cristiano Ronaldo.
Le differenze con Sarri, si capisce, sono tante, e forse anche per questo De Laurentiis ha puntato tutto su un allenatore dalla comprovata esperienza internazionale. La sua adattabilità ha consentito ad Ancelotti di sfruttare al massimo il materiale umano messogli a disposizione. Il trequartista è la figura chiave del suo calcio, ma non si è mai vincolato ad un unico schema, anzi. Ha saputo dimostrare elasticità mentale, quell’adattamento all’avversario che non si è quasi mai visto, invece, nel Napoli di Sarri, fedele al suo calcio, a dispetto di tutto e di tutti
Resta da capire, però, se cambierà anche la rosa del Napoli. Ancelotti, così come ha fatto Benitez, porterà con sé campioni e giocatori di livello internazionale? In tal caso, sarebbe un taglio netto con le ultime due sessioni di mercato, che hanno visto arrivare a Napoli per lo più giovani promesse, poi scarsamente (o per nulla) utilizzate da Sarri.