La diatriba tra il Calcio Napoli e il Comune non si è né placata né si è riusciti ad ottenere una mediazione. Dalla nostra intervista fatta all’assessore allo sport Ciro Borriello era parso a tutti che, almeno da parte del Comune, vi era la disponibilità a parlare e a trovare un compromesso. Ma niente di tutto questo è avvenuto.
Quella famosa convenzione redatta ma mai firmata da De Laurentiis resta accantonata e chiusa in un cassetto di Palazzo San Giacomo. E come Borriello aveva già anticipato ai nostri microfoni, è scattato e si seguirà “un regime di utilizzo dello stadio diverso” che consisterebbe nel: “chiamo, fitto e pago, dato che non c’è un accordo di concessione che noi siamo pronti fin da ora a stipulare e concordare col Calcio Napoli”.
Borriello ha infatti spiegato: “C’era stata una riunione e tutto sembrava essere deciso. Vi era solo un atto da firmare in cui il comune riconosceva partite economiche importanti e che riconosceva al Calcio Napoli lavori fatti a loro spese. Però questa firma non c’è mai stata. E quindi è scattato un regime di utilizzo dello stadio diverso“.
Quindi la Società Sportiva Calcio Napoli in assenza d’accordi convenzionali sarà costretto a pagare un fitto per ogni gara che verrà disputata in casa, che ammonterebbe al 10% degli incassi, oltre ad una percentuale sugli introiti derivanti dalle pubblicità e sponsor. Regime che verrà imposto già dalla prossima gara casalinga contro la Fiorentina.
Ma non finisce qui. Perché se da adesso in poi (almeno fin quando non ci sarà una sensibile svolta nella questione), il Napoli è in regime di affitto, dal quale non può divincolarsi, dovrà versare nelle casse del Comune una cifra che oscilla tra i sei e gli otto milioni di euro, secondo le stime fatte dal quotidiano Il Mattino. Una somma che il sindaco de Magistris ha rivendicato alla Società e che andrebbe a coprire tutte quelle spese dal 2015 ad oggi che il Napoli non ha mai versato, pari a 2 milioni e mezzo all’anno circa.