Koulibaly come Muntari, l’arbitro punisce le vittime di razzismo


I cori razzisti e i boati destinati a Kalidou Koulibaly durate il match Inter-Napoli il 26 dicembre, hanno compromesso la partita degli azzurri, imprimendo alla gara un’atmosfera nervosa che ha condizionato la resa in campo degli azzurri. Quei boati vergognosi hanno riacceso una questione e un problema che serpeggia indisturbata tra gli spalti degli stadi, a volte in maniera silenziosa e troppe volte in maniera plateale, come nel giorno di Santo Stefano, che è quella del razzismo sportivo. 

L’insistenza dei cori ha fatto esplodere di rabbia anche il destinatario di quegli insulti, il pacatissimo Koulibaly, da sempre campione di stile e di rispetto, che dopo una prima ammonizione ha rivolto un applauso ironico all’arbitro Mazzoleni, beccandosi una seconda ammonizione che lo ha costretto a lasciare il campo. Tante sono state le critiche verso l’arbitro per la poca comprensione verso una vittima di quella vergogna, e la poca efficienza verso coloro che avrebbero dovuto sospendere la partita, in maniera temporanea,  come atto simbolico e di ribellione verso quella voce razzista.

Ovviamente il Napoli non ha accettato passivamente la decisione del giudice sportivo, che ha assegnato due giornate di squalifica al difensore franco-senegalese. E ha subito optato per un ricorso, il quale punterà sul condizionamento psicologico del giocatore dovuto allo stress di quei cori perdurati per tutta la gara e dall’inefficienza dell’arbitro, incapace di prendere immediati provvedimenti per farli smettere.

A prescindere dal’ ottima e valida costruzione del ricorso, c’è da dire che nell’ambiente azzurro si nutre un sentito ottimismo, dato che già in passato a Muntari, vittima di boati razzisti, venne annullato il turno di squalifica per doppio giallo. In questo caso particolare il giocatore ghanese, allora in forza al Pescara, venne preso di mira dai soliti boati razzisti durante Cagliari-Pescara del 2017. Il centrocampista prima protestò, con risultato un cartellino giallo dell’allora direttore di gara Minelli e poi abbandonò il campo, punito con il secondo giallo.

Il ricorso del Pescara diede ragione a Muntari, al quale venne ritirato il turno di squalifica.

Lo stesso modus operandi giudiziario ci si aspetta per Koulibaly, in quanto le dinamiche dei fatti sono simili, con protagonista assoluto il razzismo. Quindi non ci resta che aspettare venerdì 18 gennaio, quando il difensore azzurro verrà ascoltato dalla Commissione d’appello federale. Sperando che il giudice scelto non abbia un “bidone dell’immondizia al posto del cuore”, la famosa citazione di Buffon, che in questo caso, è ad hoc.


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