Presentazione Sarri. E’ cominciata puntuale alle 11 l’era Sarri alla Juventus. Fischio d’inizio con la conferenza stampa di presentazione nella sede alla Continassa. L’ex tecnico del Napoli è sbarcato ieri all’aeroporto di Caselle con uno jet privato, sbarbato, occhiali da sole e camicia blu. Ha visitato il quartier generale che per tre anni rappresenteranno la nuova casa del tecnico toscano.
PRESENTAZIONE SARRI (I passaggi più importanti)
Scelta rivoluzionaria?
“Non lo penso, bisogna avere le idee chiare sul percorso. Tre anni fa arrivo a Napoli e do tutto me stesso. Negli ultimi mesi di Napoli avevo un dubbio: ero combattuto tra l’affetto e la consapevolezza di aver terminato un percorso professionale. La società fa prima di me e presenta Ancelotti. Ho preferito andare all’estero per non passare direttamente in un’altra società italiana. Venire alla Juve è il coronamento di una carriera. Ho rispettato tutti, ho rispettato la mia professionalità”.
Quel è stata la sua sensazione quando è stato contattato dalla Juventus?
“Sensazione forte. Non per il quando, ma per il come. Una società determinatissima, non ho mai visto una società così determinata a prendere un allenatore in 30 anni di panchina. Questo mi ha convinto, vedere una dirigenza così compatta ad andare verso un allenatore. L’atteggiamento di questi dirigenti, accompagnato dal nome che si portavano dietro, di determinazione e compattezza“.
Ha indicato la Juve spesso come potere costituito. Adesso si trova qui, come la mettiamo?
“Non dissi al giornalista che lo querelavo per la Juve, ma perché la notizia era priva di fondamento. Il discorso non riguardava la Juventus. Penso di aver vissuto tre anni, mi svegliavo la mattina e volevo sconfiggere la Juventus. Il mio dovere era quello. Ho dato il mio 110%, ci riproverei, lo rifarei. Un’avversità sportiva, poi finisce. La mia professionalità mi porterà a dare tutto qui”.
Da Napoli la stanno dipingendo come traditore, ha sentito dei suoi ex calciatori?
“Non entro nel merito delle dichiarazioni pubbliche dei calciatori. Perché se leggo qualche messaggio si può ribaltare quello che si dice. Mi sento di aver rispettato tutto in questa storia“.
Cosa pensa ad allenare il miglior giocatore del mondo?
“E’ un’escalation anche sotto questo punto di vista. Mi sono trovato ad allenare giocatori forti, poi molto forti nel Chelsea, qui c’è un passo avanti e si va al top mondiale. E’ un’emozione, è un ragazzo che ha quasi tutti i record che si possono avere nel calcio mondiale, mi piacerebbe fargliene battere qualcun altro”.
Cosa intendeva con prendere il potere, fino al palazzo?
“Volevo prendere il potere, cioè volevo vincere lo Scudetto. Era un terreno professionale“.
A Napoli sei stato più di un allenatore, che ti aspetti in un Napoli-Juventus. E il tuo atteggiamento sui cori razziali?
“Non è che cambio idea se cambio società. In Italia è l’ora di smetterla. Bisogna dissociarsi, dire basta. Fermare anche le partite, è giusto. Il Napoli è tra quelle che subisce di più tale atteggiamento. La mia idea rimane la stessa. Quando esco dal San Paolo so che se mi applaudono è una manifestazione d’amore, se mi fischiano è una manifestazione d’amore. Gli vorrò bene comunque”.
Higuain nella sua Juve?
“Voglio molto bene a lui, lo sapete tutti. Credo dipenda da lui. Voglio essere modesto: nel senso qui ci sono una serie di dirigenti che li sta seguendo da anni. E’ giusto che io ascolti loro e insieme prenderemo una decisione“.
Cosa le lascia in eredità Allegri?
“Ti lascia un’eredità pesante. Vincere tutto quello che ha vinto Allegri non è facile. Ha fatto un percorso straordinario. Mi piacerebbe vedere in questa squadra avere sempre la capacità di soffrire mezz’ora e poi in dieci minuti tritare una partita“.
Sarrismo?
“Non so cosa è il Sarrismo. Ho letto sulla Treccani che è una filosofia calcistica e non solo“.
De Laurentiis?
“Non ho sentito il presidente. Tutti pensano che io abbia un brutto rapporto con lui. Non è così. Lo ringrazierò sempre, perché un napoletano che allena la sua squadra…grazie a lui“.