Il divieto di vendita dei biglietti ai nati in Campania per la partita Juve-Napoli del 31 agosto ha un sapore razzista. A dirlo non sono soltanto i tifosi partenopei, ma anche personaggi come il giornalista Enrico Mentana, l’ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky (“Sembra anche di essere tornati agli anni Sessanta quando sui muri di Torino si leggevano cartelli con scritto ‘Non si affittano case ai meridionali’.Se è costituzionale un simile divieto? Tendenzialmente credo di no. Ed è sicuramente una delle tante cose strane alle quali ci stiamo abituando”) e il questore di Torino Roberto De Matteis (“Una misura dubbia e discriminatoria che potrebbe avere anche un valore razzista”).
Insomma, a chiunque abbia un po’ di buonsenso la decisione della Juventus sembra quanto meno inopportuna, eccetto alla società che da sola ha preso tale provvedimento cercando di fare scarica sulla Questura, la quale ha prontamente preso le distanze. Uno scenario interessante potrebbe inoltre aprirsi grazie al nuovo codice adottato dalla FIFA in materia di razzismo.
Il Movimento Neoborbonico ha inviato alla FIFA la richiesta di un intervento urgente in merito alla questione dei biglietti per Juve-Napoli del 31 agosto. Impedire l’acquisto non solo ai residenti ma anche a chi è nato in Campania rappresenta un atto di grave discriminazione. La Questura di Torino ha smentito qualsiasi coinvolgimento nella questione e la stessa Juventus ha confermato che la scelta è stata solo proposta all’Osservatorio per le Manifestazioni Sportive che ancora non si è neanche riunito.
Associare la nascita alla “pericolosità” di un individuo per giunta da parte di una società calcistica è un atto di razzismo anche più grave dei cori antinapoletani per i quali spesso si sono distinti gli stessi tifosi juventini.
Il nuovo codice adottato dalla FIFA contro il razzismo proprio qualche giorno fa prevede squalifiche di 10 giornate e partite perse a tavolino tanto più se si pensa che nella questione è coinvolta una società e non una tifoseria.
Non nutrendo molta fiducia negli organi calcistici nazionali i neoborbonici hanno fatto appello agli organi extra-nazionali nella speranza che possano adottare provvedimenti severi ed esemplari per far passare un messaggio chiaro e forte contro il razzismo soprattutto presso le giovani generazioni.