“Le cose non vanno bene e bisogna trovare dei rimedi. Devo trovarli io. Se i giocatori mi aiutano bene, altrimenti faccio da solo”. Queste le parole di Carlo Ancelotti dopo la sconfitta contro il Bologna, cui sono seguiti puntualmente i fatti. L’allenatore ha deciso di portare la squadra in ritiro fino alla partita con l’Udinese per cambiare finalmente rotta, poi si vedrà. Scelta che non sembra essere stata gradita dai senatori del gruppo.
Ieri Ancelotti e i giocatori del Napoli si sono guardati negli occhi e hanno parlato. Il tecnico ha sottolineato ancora una volta le proprie responsabilità per la crisi di risultati, ma non senza dare delle colpe ai ragazzi: in campo ci vanno loro. Attenzione non al massimo, scarsa applicazione.
Lo spogliatoio si diviso: da una parte i nuovi d’accordo con il mister, dall’altro i veterani che così come un mese fa, di ritiro non volevano sentir parlare. Carlo Ancelotti ha rispedito le lamentele al mittente ed ha alzato la voce: si fa come dice lui, e basta.
Ultima spiaggia? Forse, chissà. Al Napoli serve una scossa; da più parti di parla di esonero o dimissioni dell’allenatore ma, probabilmente, Ancelotti vuole prima provare a prendere la situazione in mano d’autorità. Ed è bene che i calciatori eseguano tutto alla lettera, altrimenti la crisi sarà ufficiale e, per usare un modo di dire, molte teste cadranno. Il Napoli non può permettersi una stagione fallimentare, non può permettersi la metà classifica e soprattutto di non passare il turno in Champions League.