Tempo scaduto, è il momento di stabilire chi è dentro e chi è fuori. Al Napoli serve una scossa e Carlo Ancelotti sta cercando di darla: squadra in ritiro almeno fino alla partita contro l’Udinese per cercare di cambiare finalmente strada. Poi la partita contro il Genk dove c’è in gioco il passaggio del turno in Champions League.
I veterani hanno provato a opporsi al ritiro, ma Carletto ha alzato la voce. Da parte della squadra non percepisce concentrazione, attenzione ai dettagli, e forse neanche la giusta propensione a seguirlo in tutto e per tutto. Perciò ha imposto la sua decisione, come aveva d’altra parte annunciato dopo la sconfitta contro il Bologna. Adesso si fa come dice lui, e basta.
Nessuna rivolta però da parte dei giocatori, a differenza del post gara contro il Salisburgo. A un mese di distanza la situazione è ben più grave. La discussione è successivamente proseguita tra i calciatori: Ancelotti, una volta parlato alla squadra, si è allontanato e ha lasciato che parlassero tra di loro.
Cosa succederà, però, se la tanto attesa svolta non si dovesse avere? A quel punto la società non potrà non intervenire. Secondo la Gazzetta dello Sport il presidente De Laurentiis avrebbe già il nome del sostituto in caso di esonero di Ancelotti. Sarebbe una mossa dettata dalla necessità, e non dalla mancanza di fiducia o stima nel tecnico: non si possono mandare via i calciatori, si manda via l’allenatore. Il nome sarebbe quello di Rino Gattuso in veste di traghettatore fino a fine stagione.
Nel frattempo, tuttavia, va salvato il salvabile che è l’unità dello spogliatoio. L’affiatamento, umano prima che professionale, tra i singoli è stato in questi anni il vero punto di forza del Napoli, presupposto necessario a costruire quella squadra che ha incantato tutta Europa. Ora che le cose girano male, inevitabilmente si sta creando qualche screzio, ma ciò è normale. L’importante è che la situazione non degeneri, fermo restando la necessità di mettersi in discussione.