Caos totale nel calcio italiano, Juve Napoli è su tutti i giornali non per la partita spettacolare che avrebbe dovuto essere, ma perché non si è giocata.
Il punto sulla situazione lo fa stamattina La Gazzetta dello Sport. La Lega Calcio è andata su tutte le furie nei confronti del Napoli e domani il giudice sportivo notificherà la vittoria a tavolino per 3 a 0 alla Juventus. E, come previsto, anche un punto di penalizzazione per il Napoli. Aurelio De Laurentiis ha già fatto però sapere che farà ricorso in tutte le sede e ha anche minacciato di fare causa alla Lega.
Ma partiamo dal principio scatenante di tutto questo caos, che sicuramente non ha fatto del bene al calcio italiano in generale.
QUESTIONE PROTOCOLLO
Dopo la positività di dei giocatori del Genoa, il Napoli ha continuato ad allenarsi regolarmente prescrivendo 3 slot di tamponi da fare a giocatori e staff.
Venerdì 2 la società comunica la positività di Zielinski e di un membro dello staff. Secondo il protocollo ufficiale firmato da Lega e Governo, la squadra che ha un positivo nell’organico deve andare in ritiro nella “bolla”. Tamponi tutti i giorni per 14 giorni, chi è negativo può scendere a fare gli allenamenti e le partite. Il Napoli a quanto pare questo protocollo non l’ha rispettato, dopo la positività del centrocampista azzurro ognuno è tornato al proprio domicilio.
Infatti, come spiegato ieri da Massimo Ugolini, inviato di Sky Sport a Napoli, la società partenopea ora si sta attrezzando per far svolgere il ritiro in un albergo a Castel Volturno, pronto soltanto tra oggi e domani.
Inoltre come ben ormai sappiamo, il protocollo esprime chiaramente la possibilità di giocare nonostante ci siano stati positivi in rosa. Ed è a questo che si è appellata la Juventus.
QUESTIONE ASL E SALUTE PUBBLICA
Il Napoli però non è partito non per sua volontà, ma per volontà dell’Asl regionale, ente locale superiore citato dallo stesso protocollo. L’Asl di Napoli ha pensato, vedendo il caso Genoa, che si sarebbe potuto creare un caso analogo anche nel Napoli e di conseguenza avrebbe messo a rischio la salute pubblica.
Ed è a questo che appella il Napoli. Una causa di forza maggiore che gli ha impedito di arrivare a Torino, per questo non accetterà la sanzione della sconfitta a tavolino.
Ma togliamoci un attimo le maglie, lasciamo stare il tifo e l’odio calcistico che scorre nel sangue di Napoli e Juve. Qui si parla di salute pubblica, un aspetto che in teoria andrebbe oltre qualsiasi altra cosa. Non nel calcio, ormai un calcio malato, ormai non più gioco e passione ma solo denaro e guadagno.
La Juve viene accusata di non essere stata sportiva, il Napoli di non aver rispettato le regole, la Lega Calcio di non averci capito nulla. La conclusione della cosa però sta che se questo caos si fosse creato in Spezia-Benevento (con tutto il rispetto) a nessuno, se non ai diretti interessati, sarebbe interessato nulla.
Ora invece tutto il Paese si è mobilitato per una faccenda che si è importante, il calcio genera in Italia 4 miliardi, ma non dovrebbe essere il problema principale delle settimane che verranno, ci sono cose ben più gravi a cui pensare in questo paese.