La città di Napoli è legata indissolubilmente alla smorfia e in maniera beffarda la stagione del Napoli di Gattuso è legata ad un solo numero, il 90. La partita di ieri contro il Verona si potrebbe racchiudere con una semplicissima constatazione, la paura fa 90 e il Napoli il 90′ di paura ne ha avuta fin troppa. Un Napoli compassato, nervoso, che ha approcciato alla partita nel modo più sbagliato, nessuno dei giocatori in campo c’era di testa.
Perché il Napoli l’ha persa lì – oltre che tatticamente ma, a questo ci arriviamo dopo – un atteggiamento impaurito come se stessero giocando una finale di Champions League contro il Real Madrid e invece era “solo” una qualificazione Champions contro un onestissimo Hellas Verona. Paradossalmente il Napoli delle 3 sfidanti era il favorito perché nel girone di ritorno aveva dato prova di una forza fisica e mentale da fare invidia a chiunque ma, buttata al vento in soli 90 minuti. Trovato incredibilmente un gol inaspettato con l’ex Rrahmani, dopo nemmeno 10 minuti ha preso un gol inspiegabile con un lancio di 80 metri e una difesa colpevolmente addormentata.
Una squadra che era riuscita a superare anche la crisi covid/infortuni con annesso vociferarsi già da gennaio di un sicuro cambio di panchina – confermato già ieri sera da un tweet di De Laurentiis – e che proprio con Gattuso sembrava essere ormai una macchina quasi perfetta. Qualcosa si è inceppato e anche se in campo scendono i giocatori, è pur vero che la formazione e i cambi li fa il mister e ieri sera nessuna scelta è stata giusta.
Ancora una volta nella partita decisiva sono venuti a mancare i giocatori chiave, ma più di tutto è venuto a mancare il centrocampo. Una mediana a 2 troppo lenta e compassata che si è fatta mangiare in testa dai giocatori del Verona e che doveva essere cambiata alla fine del primo tempo, non a 15 minuti dalla fine. Così come il il cambio di Lozano, troppo tardivo, si è visto subito che Politano era nettamente più in forma rispetto al messicano ma non ha avuto abbastanza minutaggio per dimostrarlo.
L’assalto finale poi di mettere 5 attaccanti in campo e non avere nemmeno un costruttore di gioco è stata la ciliegina sulla torta della serata storta di Rino Gattuso. Incapaci di far circolare la palla e di andare sulle fasce e quando poi si arrivava dalle parti di Insigne la palla era praticamente persa.
Un suicidio tattico ma soprattutto economico che peserà tantissimo sul bilancio azzurro per il prossimo anno. Chi verrà al posto di Gattuso? I grandi nomi che si vociferavano arriveranno anche senza Champions? Che Napoli sarà? lo scopriremo solo nelle prossime settimane.