Gli azzurri hanno vinto le prime cinque partite di campionato e sono meritatamente primi in classifica. 14 gol fatti e già a segno ben 10 uomini diversi. Ma il merito del primato è da condividere con la difesa: soltanto due i gol subiti dal Napoli.
Esistono due lati del campo. Quello offensivo che fa esultare, gridare e regala emozioni, e che per forza di cose è quello che balza di più all’occhio. Poi c’è il lato difensivo, che è sì meno appariscente, ma se funziona, con la sua importanza permette a quello offensivo di incanalarsi su binari ad esso congeniali.
Ed è quello che è accaduto in particolare nelle ultime due gare in trasferta del Napoli di Spalletti. Due secchi 0-4 contro Udinese e Sampdoria che non dovrebbero dare adito a dubbi. In realtà, se proprio vogliamo andare a fondo, i risultati sono così rotondi perché dal lato meno appariscente è stato fatto un buon lavoro.
I primi 10′ minuti di gioco l’Udinese è partita forte, non ha creato grandi occasioni ma l’approccio tutt’altro che scintillante degli azzurri ha permesso ai bianconeri di spingere. Finita l’ondata senza aver preso gol, il Napoli si è assestato e ha potuto prendere in mano la partita senza dover rincorrere il risultato.
Ieri ancora più emblematica la situazione, ma c’è stato anche un pizzico di fortuna che a Napoli non si vede spesso. Il risultato finale dimostra un dominio napoletano che effettivamente c’è stato, ma dopo il primo gol di Osimhen, la Samp ha avuto ben quattro occasioni da gol anche piuttosto nitide. La squadra ha coperto male alcune zone di campo e i blucerchiati sono arrivati al tiro con facilità. Ed è qui che è salito in cattedra Ospina. Due parate sontuose, decisive e difficili. Di quelle che valgono un gol (due in questo caso). Due parate che non ringalluzziscono gli uomini guidati da D’Aversa, e come si diceva prima, indirizzano la gara verso quel secco risultato finale. Uno o due gol subiti avrebbero innervosito gli azzurri e chissà, avrebbero spinto la Samp ad alzare le solite barricate (di quelle viste al Maradona fatte dalla Juventus). Poi non sempre le barricate le butti giù. Ora Spalletti avrà un compito difficile: Meret è il titolare, ma Ospina dimostra un’affidabilità che forse il 24enne non riesce ancora a dare. Non vorremmo essere nei panni dell’allenatore.
Il Napoli, al netto delle poche partite giocate, ha attualmente la miglior difesa (insieme al Milan) con due soli gol subiti. E uno è stato un regalo incartato da Manolas e spedito a Morata. Merito sicuramente di giocatori che lavorano da tempo insieme e si conoscono, ma in più il Napoli ha un giocatore come Koulibaly, un muro invalicabile per chiunque. Anche questa estate sembrava sul punto di partire, ma il nostro comandante senegalese, ormai alla sua settima stagione in azzurro, è rimasto e sembra avere intenzioni serie. “Il comandante”, come lo ha definito l’allenatore. E infatti comanda non solo in difesa, ma in ogni zona del campo. E quando un difensore del genere diventa anche goleador, mica male. “Quando va avanti fa danni”, dice Spalletti.
Il merito va anche al nuovo acquisto del Napoli, Anguissa. Il camerunese sembra essere l’uomo della svolta. La sua presenza libera Fabián Ruiz da compiti di copertura e lo spagnolo ne beneficia soprattutto in attacco. Anguissa recupera palloni, li smista, e fattore essenziale ma non banale, non li perde. Il tutto con una calma e una superiorità tecnica da farlo considerare rapporto qualità/prezzo uno dei migliori acquisti degli ultimi anni. Sì, forse è ancora presto per parlare, ma per adesso non solo non ha ancora sbagliato una partita, è anche stato sempre tra i migliori in campo. La domanda però è una: davvero con tutto il centrocampo a disposizione, questo Anguissa può restare fuori dall’undici titolare?
Anche l’anno scorso all’inizio e alla fine del campionato la difesa del Napoli subiva poco o nulla. Ma adesso non dovrebbero esserci cali dovuti a Covid e infortuni che potrebbero destabilizzare l’ordine in campo. La strada è lunghissima e siamo tutti curiosi di sapere il futuro degli azzurri. Dalla sua il Napoli ha il fatto di arrivare da un quinto posto, quindi senza nessun obbligo o pressione. Parlare di lotta Scudetto a fine settembre è un giochino inutile al quale è meglio non prestarsi. L’obiettivo attualmente resta il piazzamento Champions, anche se Spalletti avrà sbagliato i conti quando ieri sera, al termine della gara, ha detto: “Mancano 72 punti per la Champions”. Certo è che con il 90% della rosa disponibile e senza giocare ogni tre giorni per sette mesi, è tutta un’altra storia.