Napoli-Torino è stata una battaglia che a un certo punto sembrava stregata. Un rigore sbagliato, tante occasioni, un palo, un gol annullato per questione di centimetri e Ospina che ancora una volta salva il risultato. Ma gli azzurri, con la forza dei nervi e la profondità della rosa, riescono a domare un Toro sempre in partita, conquistando l’ottava meraviglia su altrettante partite.
Nonostante la vittoria, c’è una piccola nota stonata. Non tanto per l’errore dal dischetto, ma per gli strascichi che può lasciare il terzo rigore sbagliato su 5 calciati in questa stagione da parte di Lorenzo Insigne. Nessuno in Europa ha fatto peggio. Il polverone si alza non appena si tira in ballo la questione sul mancato rinnovo, che diventa la prima indiziata per giustificare tutti questi errori. Il capitano non sembra avere la mente libera, ma in realtà potrebbe non essere questo il problema.
Facciamo un passo indietro, anche più di uno. Nella stagione 2014/15 ci fu un caso simile, che riguardava uno degli attaccanti più forti passati dalle nostre parti. Parliamo di Gonzalo Higuain, che quell’anno sbagliò ben 4 rigori su 7 tentati, tra cui l’ultimo nella sfida decisiva contro la Lazio per l’accesso in Champions League. E allora non c’era nessuna questione rinnovo ad offuscare la mente dell’argentino. Semplicemente capitano stagioni storte, e i primi errori dagli 11 metri non aiutano a tirare i successivi. Dopo quella stagione, il Pipita non ne ha più sbagliati.
Anche per Insigne potrebbe essere così e ce lo auguriamo. Come raccontano alcuni tifosi, forse con ragione, è diventato un po’ prevedibile, tirando sempre alla destra del portiere. Magari l’ha pensato Insigne stesso, perché dopo aver sbagliato i primi due rigori, ieri sera ha provato quello che possiamo definire “alla Jorginho”. Saltello che precede il tiro, una sorta di finta per ingannare il portiere. Insigne lo ha già provato in carriera, segnando. Purtroppo un rigore del genere ha bisogno anche che il portiere caschi alla finta, altrimenti diventa complicato imprimere forza al pallone quasi da fermi. Milinkovic-Savic, portiere del Torino, è stato bravo a restare fermo fino all’ultimo e ad intuire il lato, nonostante Insigne l’avesse cambiato rispetto al solito.
Il rigore è in parte una prova tecnica, ma forse soprattutto psicologica. Anche Ibrahimovic era un rigorista pressoché infallibile, ma dopo averne sbagliato qualcuno l’anno scorso, ha smesso di tirarli. Insigne veniva da una striscia di 13 rigori consecutivi realizzati in campionato, prima di fermarsi a Firenze, nel 2-0 del Napoli alla penultima della passata stagione.
Qualche tifoso ha ormai perso la pazienza. Comunque Spalletti è stato chiaro nel post-partita ai microfoni di Dazn: “Vive queste situazioni in base al sentimento che ha per questa maglia, è molto legato. Il prossimo rigore lo batte Insigne, quello dopo Lorenzo e quello ancora dopo il capitano.”
Anche se è forse ciò che si rimprovera da tempo al capitano del Napoli: sentire troppo la pressione nei momenti importanti. Se segna il rigore Insigne gioca una partita, se lo sbaglia ne gioca un’altra. E possiamo dire con franchezza che anche a livello di prestazioni, attualmente questa non è la sua miglior stagione. Questione rinnovo o meno, avere Lorenzo al top sia mentalmente che fisicamente può incidere molto, ma la forza del Napoli sta anche nell’aver vinto tutte le partite nonostante errori pesanti. La testa sgombra viene prima della tecnica. Sempre.