L’abbiamo visto domenica. Basta non vincere una singola partita per perdere posizioni in classifica. Ne basta anche solo un’altra per far scappare chi è davanti e far sperare chi è dietro. Il Milan continua a vincere, l’Inter a detta di qualcuno resta la favorita. Senza dimenticare Atalanta e Juventus, che sono un po’ in ritardo, ma non muoiono mai.
Fa anche un po’ ridere che quando il Napoli è quasi perfetto, c’è sempre qualcun altro che fa sembrare questa parvenza di perfezione, la normalità. Ma essere perfetti è impossibile. L’unica possibilità che ha il Napoli per tenere il passo è non buttare punti per strada. Soprattutto quelli che si perdono con le cosiddette “piccole” e che fanno la differenza nella classifica finale.
Il numero di partite adesso si fa pesante e la situazione per il Napoli inizierà a farsi seria dopo la prossima sosta per le Nazionali. Tra novembre e dicembre infatti, il Napoli avrà quattro big match: Inter, Lazio, Atalanta e Milan. Con Spartak Mosca e Leicester nel mezzo, due decisive sfide per il destino europeo azzurro. Molto del futuro del Napoli si deciderà in un mese e sarà quindi fondamentale avere giocatori freschi da far scendere in campo.
Ora è possibile che Spalletti applichi un po’ di turnover nelle prossime tre partite di campionato del Napoli prima della sosta. Bologna, Salernitana e Verona sono squadre alla portata del Napoli, ma sottovalutare gli impegni è un modo eccellente per autosabotarsi. Sono gare facili solo dopo averle vinte.
È per questo motivo che è il momento di far valere la profondità della rosa. Il momento in cui tutti devono mettersi a disposizione. Pochi possono vantare in panchina giocatori come Mertens, Demme, Elmas, Politano (o Lozano), Manolas, Lobotka. Una rosa di tutto rispetto che può permettersi di cambiare le pedine sul terreno di gioco senza alterare in negativo la prestazione (quella non è casuale, il risultato purtroppo spesso è influenzato da episodi non controllabili).
È costume degli allenatori affermare che non esiste differenza tra titolari e panchinari. Anche Spalletti ha ultimamente elogiato il livello della rosa del Napoli, in cui tutti possono essere considerati titolari. Tuttavia è evidente che ci siano calciatori che giocano infinitamente meno e un motivo ci sarà. Eppure sono proprio gli uomini che giocano meno che poi fanno pendere l’ago della bilancia dalla parte giusta. Quelli che quando sono chiamati in causa, magari per far rifiatare chi gioca di più, non ne fanno sentire l’assenza.
Sarebbe impensabile schierare sempre gli stessi e pretendere la massima resa ogni partita. Di sicuro le 5 sostituzioni a disposizione per gara hanno fatto cambiare idea sul concetto di “turnover”, ma è un discorso che Spalletti e il suo staff avranno approfondito. E allora spazio a Mertens, Elmas, Demme e gli altri. Abbiamo bisogno di tutti, ora che le cose si fanno davvero divertenti.