Napoli e Juventus sono finite sotto l’occhio della lente di ingrandimento della COVISOC e della FIGC. Plusvalenze sospette nate per mettere a posto i bilanci societari e che ora sono finiti sotto inchiesta. È quanto emerge dall’analisi degli ultimi due anni di calciomercato, fatta dalla Covisoc, l’organismo di vigilanza sulle società di calcio. Naturalmente sono state subito informate la Figc e la Procura Federale, e ora sarà Giuseppe Chiné, a capo della Procura, ad indagare.
Ma di cosa stiamo parlando? Nello specifico, come riporta “La Repubblica”, di 62 operazioni, di cui la maggior parte vedono protagonista la Juventus (e infatti anche la Consob è allertata), per scambi con plusvalenze per un valore totale di circa 90 milioni di euro.
La plusvalenza non è nient’altro che il guadagno effettivo sul cartellino di un giocatore. Di per sé non è un reato, anzi: è il modo in cui, attraverso il mercato, si guadagna. Il problema nasce quando vengono dati ai giocatori dei prezzi non ritenuti congrui e questi giocatori si scambiano.
La Covisoc ha quindi puntato l’attenzione su affari che non ha ritenuto congrui. Sotto la lente sono finite soprattutto le trame che hanno permesso a Victor Osimhen di approdare a Napoli e a Miralem Pjanic e Arthur di scambiarsi la maglia di Juventus a Barcellana.
Sempre Repubblica riporta altri esempi di scambi non congrui secondo gli occhi della Covisosc: come lo scambio fra Juventus e Marsiglia fra Franco Tongya e Marley Aké, due giocatori valutati 8 milioni di euro. Il primo, 19enne centrocampista italiano, gioca nel Marsiglia B nel Championnat National 2, la quarta serie francese. Il secondo, Aké, è un 20enne esterno francese che gioca nella Juventus under 23 in Serie C (entrambi giocano pertanto nelle seconde squadre dei club). Per operazioni del genere, secondo la Covisoc, la Juventus avrebbe avuto benefici a bilancio per circa 40 milioni di euro.
La Covisoc ha messo il mirino anche sui calciatori inseriti nella trattativa Osimhen (Karnezis, Manzi, Palmieri e Liguori) che ora giocano nelle serie inferiori, in Italia. In questo caso il Napoli ha sborsato meno cash: tanto quanto il valore dato ai giocatori inseriti nella trattativa (circa 20 milioni di euro).
COSA RISCHIANO LE SQUADRE?
Adesso la Procura Federale indagherà e se lo riterrà opportuno istruirà un processo ai danni delle società coinvolte. Non è la prima volta che l’uso della plusvalenza è ritenuto improprio. Ma mai finora si è arrivati a una condanna pesante né a una soluzione del problema. Perché il vero nodo è: chi può decidere quanto vale un giocatore? È per questo che diventa difficile punire l’utilizzo di questo strumento, anzi quasi impossibile.