La sconfitta del Napoli a Milano contro l’Inter potrebbe passare in secondo piano se vivessimo in Paese degno e civile. Durante il secondo tempo, mentre l’Inter era in vantaggio per 3 a 1 sul Napoli, una parte della Curva Nord nerazzurra ha deciso di festeggiare la vittoria intonando i soliti beceri cori contro la città.
“Vesuvio lavali col fuoco” è ormai diventato un cult della musica italiana negli stadi. Al repertorio però ieri ne è stato aggiunto anche un altro di coro, sempre simpatico e amorevole: “Vesuvio erutta, Napoli distrutta“. Ogni volta che gioca il Napoli, una qualsiasi società si becca una multa. E’ già successo in questa stagione ad Udine – 10mila euro di multa e tutto dimenticato come sempre.
Una pena irrisoria che rispecchia esattamente il clima d’odio e la povertà culturale che regna in Italia, soprattutto negli stadi. Un luogo che dovrebbe essere di gioco e di festa ma che puntualmente diventa ostaggio di un gruppo di facinorosi che non hanno meglio da fare che insultare e augurare la morte ad un popolo intero.
Il problema però risiede anche nella cultura giornalistica che ogni volta tende a minimizzare l’accaduto. L’insulto ad un ragazzo nero, come quelli a Koulibaly a Firenze, fanno più scalpore che inneggiare alla morte di un popolo. Chiariamo bene, non stiamo facendo il paragone di cosa sia più giusto contrastare anzi, vorremmo però che le due cose andassero di pari passo.
Siamo stanchi di sentirci chiamare colerosi, siamo stanchi di sentirci dedicare ogni volta questa canzone. Non ci piace e non dovrebbe piacere nemmeno agli addetti al lavori. E invece passerà come il solito coro “folkloristico”, come un’ironia non capita, e andrà nel dimenticatoio fino a che nella prossima trasferta non ci sarà l’ennesimo coro, e poi ancora e poi ancora.