C’era una volta il Maradona. O il San Paolo, come si chiamava fino a poco tempo fa. Lo stadio che una volta era un fortino inespugnabile. Negli ultimi mesi, invece, la casa del Napoli non è più una roccaforte. 3 vittorie, 1 pareggio e 4 sconfitte nelle ultime 8, da dividere tra campionato, Europa League e Coppa Italia. L’ultima ieri, contro la Fiorentina.
Sembra strano considerando anche che nelle 3 vittorie, il Napoli ci ha regalato quella che è probabilmente la miglior prestazione di tutto il 2021: Napoli-Lazio 4-0. Le attenuanti ci sono e sono abbastanza visibili ai più: le assenze pesanti per Covid, infortuni e Coppa d’Africa non permettono agli azzurri di avere una continuità sul piano del gioco. Come conseguenza, alcuni giocatori devono compiere ulteriori sforzi per la mancanza di cambi, altri invece sono costretti a rientrare appena usciti dall’infermeria.
C’è dell’altro. Uno stadio come quello napoletano, che negli anni ha dimostrato di poter diventare una bolgia infernale incutendo timore alle migliori squadre al mondo come Bayern Monaco, Manchester City e Barcellona, è costretto a ridimensionarsi. Da tempo ormai non sentiamo più dire “i 40mila del San Paolo”. La capienza negli stadi non è mai arrivata al 100% a causa del Covid, fermandosi al 75%. Adesso si è tornati al 50% vista la situazione in peggioramento. E una partita di Coppa Italia di giovedì alle ore 18, di certo non aiuta. Sembra anche che ormai il tifoso si sia abituato a vedere le partite da casa, poco incentivato ad andare allo stadio a sostenere la squadra.
La spinta del tifo ha fatto le fortune degli azzurri per molto tempo, ed è infatti un aspetto che Spalletti tocca da quando è arrivato a Napoli. Sa che servono anche questi dettagli per portare punti in più.
Poi c’è anche un aspetto più tattico di cui bisogna parlare. Al Maradona gli avversari, com’è giusto che sia, rispettano gli uomini di Spalletti giocando una partita molto più accorta del normale. Non si spiegherebbe altrimenti come l’Empoli vada via da Napoli con la porta inviolata, ma prenda 5 gol dal Sassuolo in casa.
La mancanza di riferimenti offensivi, ma anche di giocatori non d’attacco che permettono di comandare completamente la partita, porta a creare meno occasioni da gol del solito. Non necessariamente perché chi è in campo non è bravo come chi è assente, ma perché vengono a mancare le pedine per cui il gioco degli azzurri è stato studiato o almeno ottimizzato. Se poi ci si mettono anche gol inconsapevoli di nuca come quello di Cutrone per l’Empoli o il clamoroso autogol di Juan Jesus contro lo Spezia, non è difficile capire perché il Napoli stia faticando in termini di risultati. Tira molto, è vero, ma le vere occasioni non sono tante. 13 gol segnati e 13 subiti nelle ultime 8 in casa non sono un dato allarmante, ma su cui riflettere.
Possiamo però star certi che al rientro a pieno regime dell’ossatura della squadra, il Maradona tornerà ad essere ciò che è sempre stato. Anche se con la presenza di una sola metà dei tifosi, non è esattamente la stessa cosa. Per quello attenderemo tempi migliori.