“Sono il vostro capitano“. E’ l’ultimo messaggio che Diego Armando Maradona avrebbe mandato prima di morire ai suoi ex compagni di squadra dell’Argentina campione del mondo 1986. A raccontarlo è stato Ricardo Giusti, nel corso di una intervista a “La Nacion”.
“C’è un lato di Diego che la gente conosceva poco, – continua – mentre noi lo conoscevamo bene e sapevamo della sua generosità. Quando mia moglie è morta in un incidente, il giorno dopo mi ha chiamato per dirmi che era a mia disposizione per qualunque cosa. Ho avuto problemi con mio figlio e lui da Dubai mi ha chiamato e mi ha invitato a portarlo lì. Sapevamo quello che sentiva per noi. Fino a prima di morire ci ha detto: ‘Sono il vostro capitano’. Quando era nella chat che avevamo tra i campioni del Mondo 1986, quando stava più o meno bene e poteva seguirci, ci prendeva in giro. Diego pensava sempre agli altri e si preoccupava che a nessuno mancasse nulla. Aveva un cuore grandissimo e la gente non lo sa. Conosceva solo da un lato quello del campo e dall’altro quello che faceva fuori. Però lui stesso diceva sempre: ‘Io non sono un esempio di niente'”.
“L’ultima volta che l’ho visto è stato sul campo del Newell’s da allenatore del Gimnasia. Il suo numero di telefono cambiava costantemente, ma non credo fosse lui a cambiare in continuazione i suoi numeri“, ha raccontato Giusti.
Otto rinvii a giudizio per omicidio colposo nell’inchiesta sulla morte dell’argentino avvenuta in casa il 25 novembre del 2020. Si tratta del neurochirurgo e medico personale del ‘pibe’, Leopoldo Luque e della psichiatra Agustina Cosachov. Rinviati a giudizio anche lo psicologo Carlos Díaz, il coordinatore medico Nancy Forlini e il coordinatore infermieristico Mariano Perroni, gli infermieri Ricardo Almirón e Dahiana Madrid e il medico clinico Pedro Pablo Di Spagna. Rischiano dagli 8 ai 25 anni di reclusione. La prima conferma arriva da parte dell’autorità che si stanno occupando del decesso del pibe de oro.