Kvara al New York Times: “Napoli è come un sogno. Sono grato per ogni pezzo di amore”

Khvicha Kvaratskhelia. Foto: profilo Instagram


Se c’è chi vola con l’immaginazione e l’entusiasmo proponendo addirittura di consegnare a Khvicha Kvaratskhelia la maglia numero 10 che fu di Maradona, a mantenere i piedi a terra ci pensa proprio il fuoriclasse del Calcio Napoli. Kvara è stato infatti intervistato da Rory Smith del New York Times: già questa sarebbe per sé una soddisfazione enorme dato che parliamo di uno dei quotidiani più prestigiosi al mondo, ma il calciatore sembra accendersi soltanto quando ha il pallone tra i piedi.

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Kvaratskhelia al New York Times: “Napoli è come un sogno”

Tanto basta ai tifosi partenopei per innamorarsi di lui sempre di più, un affetto che Kvaratskhelia sente e di cui avverte il peso, del quale immancabilmente sembra liberarsi nel rettangolo di gioco. Un luogo magico in cui si trasforma: genialità, sfrontatezza e rivoluzione, quella di essere riuscito a riportare nel calcio moderno lo splendore delle finte e delle accelerazioni affossate sotto il credo del tikitaka.

Un sogno ad occhi aperti per i napoletani che si apprestano a festeggiare il terzo scudetto, un sogno anche per Khvicha che però ha preso coscienza presto che quelle che credeva fossero ombre era invece la realtà tangibile. “Sin da quando sono arrivato mi sento come in un sogno – ha detto Kvaratskhelia – L’inizio è andato così liscio che sembrava un sogno. Ma ad un certo punto, ben presto, mi sono dovuto riprendere e ricordare a me stesso che non lo era, che era la realtà, e che dovevo trovare in me stesso la forza di viverla”.

“Sono grato per ogni pezzo di amore e affetto”

Se in passato alcuni giocatori hanno sottolineato come l’affretto dei tifosi del Napoli diventi facilmente invadenza, più o meno sopportabile, lui sembra quasi non considerare questo elemento: “Sono grato per ogni pezzo di amore e affetto che le persone mi mostrano. È anche motivazione e ispirazione. È una responsabilità enorme e devo dimostrare ogni partita che posso fare come ho promesso”.

Quando si parla del suo stile di gioco scopriamo tutta la poesia diKhvicha Kvaratskhelia, anche nel pensiero e nelle parole. Poesia bilanciata – non smorzata – dalla concretezza: “La libertà è la mia firma. È qualcosa che riconosco in me stesso ed è perché amo quello che faccio. Quando gioco a calcio quella libertà è come se mi trascinasse via con sé. Gioco sia con il cuore che con la testa. Ma se non usi il cervello, non potrai mai migliorare”.


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