All’età di 84 anni è scomparso Gianni Minà. Senza far rumore, con l’eleganza che l’ha sempre contraddistinto. Un maestro del giornalismo, che nella sua carriera ha avuto il privilegio di intervistare grandi personaggi della storia moderna. Fidel, Ali, Maradona. L’amicizia tra Gianni Minà e Diego Armando Maradona ha segnato un solco profondo nella vita di entrambi. Nata nel 1986 durante i mondiali in Messico e mai interrotta, ha rappresentato per gli amanti di Diego l’occasione unica di poter leggere tra le righe dell’anima del tormentato campione.
Solo con lui, infatti, il pibe de oro si è più volte aperto a racconti personali che andavano oltre i formalismi stereotipati delle tipiche interviste ai calciatori. Storica rimarrà quella rilasciata al termine della semifinale dei mondiali 1990 Italia-Argentina, giocata per uno scherzo balordo del destino proprio a Napoli, e che sancì la cocente eliminazione dei padroni di casa ai calci di rigore. “Parlo solo con Gianni, solo con lui”, sentenziava Maradona senza possibilità di replica ai cronisti che si affannavano a raggiungerlo con il microfono mentre tornava negli spogliatoi dell’allora San Paolo.
Quell’intervista, che lo stesso Minà definì ‘irripetibile’, andò in onda a tarda notte durante ‘Zona Cesarini’, un rotocalco creato dallo stesso giornalista nel quale raccoglieva le testimonianze dei protagonisti della competizione iridata. Un prezioso fiume di parole rimasto nella storia della televisione, affiancato poi nel 2005 da un’altra grande intervista nella quale un Maradona quarantacinquenne raccontava della ripresa fisica e mentale in una delle tante pedalate verso la più grande utopia: la serenità.
Minà ha sempre definito il rapporto con il campione ‘molto franco’ e privo di pregiudizi. La chiave che gli consentì di conquistare la fiducia e la sincera amicizia di Maradona fu proprio il suo approccio all’uomo Diego, alla delicatezza con cui trattò le debolezze confidategli.
Dopo la morte del pibe de oro nel 2020, Minà dichiarò “mi ha concesso il privilegio di attraversare ombre e luci della sua vita. Non l’ho mai giudicato, perché non è questo il compito che ci si deve aspettare da un giornalista. Ho tentato di raccontarlo nella maniera più aderente possibile. Con mia moglie Loredana abbiamo deciso di distruggere parte del materiale filmico riguardante le sue sedute dallo psicologo che mi aveva fatto filmare a forza”.
Nel 2021 il giornalista pubblicò il libro “Non sarò mai un uomo comune”, una raccolta di articoli e delle migliori interviste rilasciate dal campione argentino. L’atto ultimo di un rapporto inciso a fuoco nella memoria collettiva, adesso eterno.