Sono sette gli errori arbitrali che hanno pesato come un macigno sull’eliminazione del Napoli per mano del Milan in Champions. Sono invece 180 i minuti in cui tali “inconvenienti” si sono verificati e Marciniak, chiamato a mettere riparo all’arbitraggio disastroso di Kovacs, ha probabilmente fatto peggio del proprio collega che nel frattempo era stato punito dalla Uefa che non lo chiamerà più ad arbitrare in questa stagione.
L’impatto di Marciniak è stato infatti addirittura peggiore sul regolare svolgimento del confronto, o meglio, lo è stato quello di Kwiatkowski e Frankowski che erano al Var e non hanno interrotto il gioco quando Leao ha fatto girare la caviglia di Lozano in area di rigore, quando la partita era in parità. Certo è che i rigori poi vanno segnati e non è detto che succeda, infatti Giroud e Kvaratskhelia sono stati successivamente ipnotizzati da Meret e Maignan. Tuttavia, senza considerare il fattore stanchezza che potrebbe avere inciso sul pessimo rigore calciato da Kvara, bisogna comunque tenere a mente che le percentuali di concretizzazione sono nettamente superiori a quelle di fallimento. Ad ogni modo si tratta di valutazioni che hanno inciso sulla mancata qualificazione alle semifinali del Calcio Napoli, che ha affrontato anche difficoltà relative ad infortuni e un calo di forma fisica dopo il ritorno dalle nazionali di molti giocatori chiave.
In Milan-Napoli gli episodi che fanno gridare allo scandalo riguardano la gestione delle ammonizioni. Il giallo non dato a Leao entrerà nella storia, poiché il rossonero ha dato un calcio alla bandierina del corner rompendola, una situazione espressamente prevista dal regolamento. Il portoghese non era diffidato, ma avrebbe giocato gran parte del match sapendo di non poter esagerare per non venire espulso. Non è tra l’altro un calciatore che ha timore di intervenire, come dimostra proprio l’episodio su Lozano al ritorno.
Altro clamoroso errore è il mancato giallo a Krunic, per il quale vale lo stesso discorso di Leao ed in più era diffidato. C’è poi l’ammonizione rifilata a Zielinski al 38esimo ma non a Bennacer per un fallo molto simile. Quest’ultimo sarebbe poi stato ammonito nel secondo tempo.
Nel secondo tempo il metro di giudizio è arbitrale è radicalmente cambiato, diventando molto più rigoroso rispetto ad una certa permissività della frazione precedente. Qualcosa di estremamente grave, che non dovrebbe mai accadere, e che è stata sottolineata anche da chi per storia personale – Clarence Seedorf – è molto vicino a quel Milan che alla fine ne ha beneficiato. La prima ammonizione a carico di Anguissa non solo è eccessiva ma è pure avvenuta nel secondo tempo, pochi secondi dopo un contatto di Tonali su Kvaratskhelia che non era stato sanzionato. Poi l’espulsione di Zambo Anguissa ed il giallo al diffidato Kim che se l’era presa con se stesso, ma è stato punito per condotta antisportiva. Un eccesso di fiscalità che mal si concilia con quella bandierina di Leao.
In Napoli-Milan l’episodio è clamoroso ed è costituito dal mancato rigore per gli azzurri per fallo di Leao su Lozano. Il portoghese era intervenuto direttamente sul piede del messicano, facendo girare la caviglia. Marciniak dice che ha toccato la palla, le immagini televisive sono chiarissime e dicono in modo lampante che l’intervento era sul piede. Il Var doveva intervenire, non si può non farlo. Tutto il mondo che ruota attorno al calcio è concorde nel dire che era rigore ed oggi, con le tecnologie che ci sono, non è ammissibile un errore del genere.