Il terzo scudetto del Napoli passerà alla storia come quello vinto a Torino, in casa della Juventus, con un gol al 93esimo di Raspadori. Non c’è ancora la certezza matematica, ma la 31esima giornata ha decretato l’allungo di tre punti da parte degli azzurri sulla Lazio e la stessa Juve a cui erano stati appena restituiti 15 punti in classifica, in attesa di un pronunciamento definitivo della giustizia sportiva sul caso plusvalenze (e non solo).
Quel gol a partita terminata, fatto di spettacolo e cazzimma, ha fatto tornare alla mente la notte dei sogni del 22 aprile 2018, quando un colpo di testa di Kalidou Koulibaly riportò il Napoli ad un punto di distanza dai bianconeri. Gli azzurri di Sarri erano stati precedentemente superati in classifica proprio dai bianconeri. Fu lo scudetto perso in albergo a Firenze dopo quella clamorosa mancata espulsione a Pjanic e la sparizione dell’audio del Var che suggeriscono una sorta di disegno.
E chissà se il caso non possa essere riaperto a cinque anni di distanza, alla luce del passato e presente giudiziario che coinvolge la Juventus da Calciopoli alle plusvalenze passando per le accuse di manipolazione del mercato e del bilancio, oltre che di essere fondamentalmente a capo di un sistema composto da diversi club che violavano le norme. Una summa di illeciti presunti e da dimostrare che potrebbero comportare la seconda retrocessione per il club, ancora una volta tramite le aule di tribunale. Non è un caso che ieri, i tifosi del Napoli allo Juventus Stadium, abbiano cantato Tornerete in Serie B.
Dal 22 aprile 2018 al 23 aprile 2023 passano cinque stagioni ed un filo rosso che rimette le cose al proprio posto, anche se solo parzialmente poiché il mal tolto è e resta tale, a meno di ulteriori sorprese. Oggi come allora il settore ospiti è esploso nel silenzio del resto dello Stadium, oggi come allora i ragazzi sono stati accolti dai tifosi a Capodichino in una festa ormai cominciata a gennaio e che una settimana dopo l’altra aumenta finché raggiungerà il proprio culmine quando anche l’aritmetica pronuncerà la propria sentenza definitiva.
Nomi che resteranno nella storia come le formazioni degli scudetti vinti nel 1987 e nel 1990, che si leggono ancora oggi in giro per la città tra decennali scritte sui muri e striscioni di recentissima fattura apparsi per festeggiare lo scudetto del 2023. Chi ama non dimentica, per ripetere un motto caro ai partenopei. Napoli è probabilmente l’unica città al mondo che festeggia il presente partendo dal passato, dove i giovani continuano un processo cominciato attraverso nonni e genitori. A Napoli la memoria collettiva è reale, si sente, e non solo nel calcio.