Luciano Spalletti ha parlato nella consueta conferenza stampa prepartita. Il Calcio Napoli giocherà giovedì 4 maggio alle ore 21 contro l’Udinese alla Dacia Arena per il posticipo della 33esima giornata del campionato di Serie A. La partita che consegnerà lo Scudetto al gli azzurri sarà trasmessa allo Stadio Maradona in diretta: tutto esaurito a Fuorigrotta.
“Ho molte persone a Udine a cui sono legato affettivamente. Quando torno indietro a quello che è stato il mio percorso ci sono molte squadre dove sono rimasto per molti anni. Come la Roma, sono stato 7 anni. Poi 5 anni a Empoli, Udine e San Pietroburgo. Quando si dice che ho un carattere difficile la cosa stride un pò, perché altrimenti non sarebbe stato possibile tutto questo”.
“Qui fui chiamato in un periodo difficile della squadra, per finire un campionato. Riuscimmo a salvarci senza però esprimere tutto il potenziale della squadra e così mi lasciarono andare. Poi tornai e rimasi per 4-5 anni e questo mi fece legare i rapporti con l’attuale direttore Pierpaolo Marino che saluto calorosamente. Ho letto le sue parole e sono d’accordo quando dice che per arrivare qui il Napoli è partito da lontano e hanno contribuito in tanti per arrivare al tricolore”.
“Con i Pozzo ho un legame molto stretto, agli inizi mi davano consigli di continuo. Come calciatore ho avuto Sottil, l’attuale allenatore. Già quando facemmo l’amichevole con l’Ascoli in estate si capiva che avrebbe avuto un gran futuro. Già quando era calciatore era uno dei leader. Ricordi bellissimi, mi fa piacere rincontrarli adesso, in un momento che può determinare molto per la storia del calcio”.
“Ce ‘o stammo terzianno, come dicono a Napoli. Fin dall’inizio sapevo di aver a che fare con una squadra di purosangue. Sono contento che fin dall’inizio abbiano fatto vedere a tutti le qualità e il carattere. Ci sono stati anche momenti difficili dove c’è stato bisogno di esibire personalità il giorno dopo”.
“Secondo me questo Scudetto se venisse, sarebbe qualcosa che esce dagli schemi. Un evento di cui ne trarrebbero dei vantaggi tutti quelli che sono gli addetti a questo sistema, non solo il Napoli e Napoli città. I nostri calciatori lo meritano, ma c’è bisogno ancora di fare quest’ultimo strappo, che diventa la cosa più difficile”.
“Per cui si continua a fare ciò che abbiamo sempre fatto, consapevoli che se dovesse arrivare dovremmo continuare a fare lo stesso. Nessuna distrazione quindi, nessuno sguardo che ci porti fuori da quello che deve essere il nostro lavoro”.
“Io vengo di riflesso a quella che è la gioia che tu puoi dare agli altri. Secondo me ragionare così ti costringe a prendere il meglio di quelli che sono i comportamenti e i pensieri che devi avere. Abbiamo visto gente dispiaciuta domenica quando è uscita dallo stadio è una cosa che ti mortifica. Vorresti che mai succedesse, è l’opposto della felicità interiore di cui ti nutri quando vinci”.
“Questa è la cosa più importante, è sempre quel pensiero li: vedere la gente felice. Già domenica il pubblico allo stadio mi ha fatto capire più della nostra classifica quale sia l’impresa che stiamo portando a termine. È quello che sognavo quando sono arrivato, vedere lo stadio pieno di bandiere, sciarpe, colori azzurri e molti bambini. Deve essere la festa di tutti”.
“Noi siamo sempre un pò timorosi, un pò insicuri. Perché a volte le scelte che fai durano pochi secondi e te le porti indietro tutta la vita in base a quella che è la conseguenza. Per cui ti vengono sempre dei pensieri, però poi c’è la considerazione di quello che abbiamo fatto fino ad ora. Allora si va a pensare anche in maniera corretta quelle che sono le nostre qualità, quello che noi abbiamo messo all’interno delle gare. Quella che è la nostra convinzione di potersi misurare con l’avversario”.
“Lo faremo anche contro l’Udinese, Sottil è uno che ha già esperienza in questo settore qui. Quando lo allenavo era già un allenatore in campo. Sono una delle squadre che arrivano con più uomini in area avversaria a livello europeo, non solo italiano. Di questo bisognerà stare attenti. Avremo massimo rispetto, ma mai paura. La paura ce la dovranno imporre”.
“Devo sempre avere a che fare con me stesso, al di la di quelli che sono i discorsi che si fanno con gli altri. Se io sono in grado di dare al Napoli tutto quello che merita, prima di parlare con qualsiasi altra persona. Io devo avere a che fare prima con me, poi con gli altri. Se non sei in quelle condizioni li bisogna fare un passo indietro. Il fatto di aver avuto la disponibilità di questo tempo, di aver avuto la necessità di lavorarci a testa bassa è per me ciò che mi ripaga, al di la di quello che può essere il successo finale”.
“Quello a volte dipende da un palo, da una situazione di gioco, dalla buona o dalla cattiva sorte. Io devo essere sempre convinto che le cose che succedono passano sempre da quella che è la mia volontà di ricerca, di lavoro e di impegno, al di là delle persone che incontro. Se riesco a lavorare in maniera corretta, mi ripaga il mio stesso impegno, non il risultato finale”.
“È chiaro però che vincere uno Scudetto a Napoli sarebbe una cosa extra, un super lusso che mi farà stare in condizioni comode in qualsiasi altro evento che vivrò nella mia vita, calcistica e non”.
“Ci sono ancora da fare altre belle cose prima di parlare del contratto, secondo me ‘più belle assai’ del mio contratto. Poi ci sarà da festeggiare, perché sarà giusto. Poi di nuovo lo stesso discorso: sono in grado di dare a un pubblico con un sentimento così profondo di dargli quello che merita? E poi da li si parte”.
“Secondo me non è una vittoria che determina, è un modo di ragionare che parte dal primo tempo, la stagione scorsa. Quest’anno stiamo giocando il secondo tempo. Per quanto mi riguarda, ho ricevuto un contributo importante da calciatori che adesso non ci sono più, affinché venisse fuori una squadra di questo livello qui”.
“Il rammarico magari è di non aver corretto qualcosa andando un pò contro a quello che si è sempre detto. Però poi mi viene il dubbio che magari avrei fatto un’opera di dissuasione rispetto alla convinzione che avevamo, quindi trovo sempre difficoltà a fare questi ragionamenti”.
“Insigne, Koulibaly, Ghoulam, Mertens: tutta gente che ci ha dato molto dal punto di vista della personalità rispetto a quello che doveva essere il nostro sentimento nell’indossare la maglia del Napoli”.
“Il mio sguardo è quello di uno contento. Ora vedremo che calciatori si porta a casa. La verità è quella che so io. Quando mi ha cercato il Napoli, io l’ho scelto per vincere e basta. Per quello che hanno visto con Sarri, Benitez e Ancelotti, secondo lei venivo a far cosa? Ce l’ho già la mia bistecca al giorno, per tutta la vita. Sono fortunatissimo. Ho solo una scappatoia da questa storia qui, quella di vincere”.
“L’anno scorso sono arrivato terzo e mi avete attaccato gli striscioni per andar via. Anche adesso ci sono critiche ma tanto per non riceverle bisognerebbe non fare questo lavoro. Poi bisognerebbe vedere chi lo fa se viene a Napoli o no”.
“L’altra volta ho detto che parlando a casa con la mia famiglia, con i miei figli grandi che hanno studiato e con cui si può parlare, loro erano contenti ma poi c’è da vincere, che è una cosa diversa. Io sono venuto convinto di fare qualcosa di importante, poi non so se ci riuscirò o no. E di stare un pò a Napoli, perché è una cosa molto stimolante come città e come bellezza. Lo sanno anche i Napoletani che Napoli è bella. Lo sapete voi che Napoli è bella? Secondo me lo sapete ma secondo me lo può dire meglio chi come me è ospite”.
“Perché voi l’avete sotto gli occhi dalla mattina alla sera, ma non potete esserne folgorati come uno tipo me che viene qui un giorno all’improvviso”.
“Non provo niente di particolare, provo soltanto la soddisfazione di aver creato questo sentimento. È difficile che i napoletani abbiano questa reazione qui, allora il mio pensiero va a ciò che è stato scatenante per questo pensiero qui. Se loro hanno reagito così è segno che ho fatto qualcosa di importante”.